Vacanze e autista privato parla la “Dama nera” terremoto all’Anas 19 arresti per mazzette
In manette funzionari e imprenditori dopo le rivelazioni della Accroglianò che ha raccontato il sistema che gestiva i lavori pubblici
ROMA Bastava pagare. E magicamente si aggiudicavano appalti, si sbloccavano pagamenti e si eliminavano penali. Sono diciannove le persone arrestate e 17 gli indagati, tra funzionari e dirigenti dell’Anas, avvocati, imprenditori. C’è anche un politico tra gli indagati, Marco Martinelli di Fi che ha intascato 10mila euro. È l’atto secondo dell’inchiesta “Dama Nera” portata avanti dai finanzieri del Gico di Roma, diretti dal colonnello Gerardo Mastrodomenico, quella che ieri mattina ha portato a 53 perquisizioni in tutta Italia.
“UN MARCIUME DIFFUSO”
Appalti milionari per strade e altre opere pubbliche – dall’itinerario basentano, alla Salerno-Reggio Calabria, dalla SS 96 Barese e la SS 268 del Vesuvio, alla sede Anas di Campobasso – truccati grazie a un giro di tangenti che ormai erano diventate «sistema ». Il gigantesco giro di corruzione, quantificato per ora in 800mila euro già sequestrati, che il gip Giulia Proto nell’ordinanza definisce «un marciume all’interno di uno degli enti pubblici più in vista nel settore economico italiano» ruota attorno a lei, la Dama Nera, Antonella Accroglianò, capo del coordinamento tecnico amministrativo di Anas.
I VIAGGI IN MONTAGNA
Era lei il dominus della società pubblica delle strade, era lei che prendeva tangenti da 10mila euro (per piccoli favori), da 200mila euro per assegnare appalti. Oppure si faceva pagare una macchina con autista per viaggi al mare del Circeo o in montagna a Les Deux Alps. «Ricciardello (uno degli imprenditori indagati) mi permette di usufruire di Lucaferri che ha un noleggio con conducente. Questa persona se parto mi accompagna e lo paga Ricciardello. In cambio ha avuto lo sblocco di alcuni contenziosi e la sospensione di una penale. Dell’autista ne usufruisco circa 5 volte al mese o per lunghi viaggi ». Arrestata lo scorso 22 ottobre ha scelto di collaborare con la procura di Roma e dopo 40 giorni di carcere e tre lunghi interrogatori tra novembre e dicembre, si è guadagnata i domiciliari, oltre a nuove accuse per gli episodi che hanno coinvolto i 19 finiti ieri in carcere. Sono state le sue dichiarazioni a svelare altre «nefandezze », per dirla col gip, avvenute negli uffici dell’Anas con la complicità di funzionari che, la società ha provveduto a licenziare il 1 gennaio scorso.
CORRUTTORI IN UFFICIO
«Ho ricevuto pagamenti da diversi imprenditori: per una richiesta di pagamento di interessi su espropri mi hanno dato circa 20 o 25 mila euro. A un altro ho redatto io la relazione con gli interessi inclusi e alla fine mi consegnò 10 mila euro nel mio ufficio ». Buona parte delle 19 persone finite in manette era stata arrestata nella prima tranche dell’operazione. Oltre alla Accroglianò i complici della «corruzione sistemica» sono dirigenti Anas infedeli, due avvocati e imprenditori. Tra questi ultimi ce ne sono due impegnati in appalti in Abruzzo nella ricostruzione post- terremoto. Le accuse vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta, dall’autoriciclaggio al favoreggiamento.
“TI CHIAMERÀ GASPARRI”
C’era sempre il nome di un politico che spingeva la Dama Nera a favorire le imprese. E lei stessa per vedersi riconfermare l’incarico in Anas e proseguire nel suo «marciume» di mazzette non fa mistero di chi la sostenga politicamente. «Se perdete me è finita eh — dice a un suo superiore — mi ha fatto chiamare Gasparri, lunedì devo andarci, perché se questo mi sposta ancora sai che succede?». L’onorevole Cesa, l’ex ministro Matteoli (non indagati) vengono spesso nominati come passpartout per la partita da vincere. «Il coinvolgimento di Brandani in Anas nei favoritismi alla Aleandri (una delle ditte coinvolte, ndr) risiedeva nella sua caratura politica, nel senso di persona di partito vicina all’onorevole Cesa», racconta la Accroglianò ai pm. Quanto alla nomina di Barilà, un funzionario «non ostile» l’uomo giusto da eleggere presidente nelle commissioni per le assegnazioni di lavori «era stata decisa su diretta sollecitazione di Matteoli».
GLI INCONTRI SICURI
Si raccomanda, la ras dell’Anas, con un imprenditore che ha già pagato 200mila euro per l’appalto su un tratto della Salerno- Reggio Calabria, di parlare del nuovo lavoro che avrebbe preso a Milano grazie a Martinelli, solo nella onlus di cui l’onorevole è vicepresidente (il presidente è Matteoli). La Fondazione della libertà per il bene comune, a Roma, godendo delle guarentigie come sede politica «è il luogo più sicuro per fare accordi». E, uno degli accordi era «estromettere una ditta dall’appalto della statale n.117 Centrale Sicula, spingere Matteoli tramite Martinelli affinché nominasse l’uomo giusto in commissione per aggiudicazione in cambio di 300mila euro da dividere tra me, Martinelli e la Parise». Quest’ultima, dirigente delle risorse umane dell’Anas, nel 2013 era candidata con la Lista “Alfio Marchini Sindaco”.
IL MALATO E IL DOTTORE
Non solo ciliegie e fragole, nel linguaggio criptico si parla anche di medicine e cure. «Sono con la persona malata (Ricciardiello, ndr) tra mezz’ora va dal dottore (Martinelli), e ha telefonato anche all’altro medico per vedere se il ginocchio glielo guardava un attimo! Sembra che la visita la rimandi alla settimana prossima. L’importante è che il medico lo vede perché non è che lo può far stare con il ginocchio così, come fa a camminare».
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