Terrore in Costa d’Avorio Al Qaeda attacca gli alberghi dei turisti

Terrore in Costa d’Avorio Al Qaeda attacca gli alberghi dei turisti

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PALME, spiagge ampie e solitarie, un mare blu, e in più il fascino di una città fantasma, con i grandi alberghi affiancati da palazzi vuoti in decadenza, a memoria dei tempi in cui Grand-Bassam era la capitale, prima di essere svuotata dell’epidemia di febbre gialla. Oggi quello che resta della città, tutelata dall’Unesco come Patrimonio dell’umanità, per i viaggiatori è una destinazione particolare, probabilmente la più fascinosa della Costa d’Avorio. Ma ieri i turisti sdraiati sulla sabbia o seduti all’ombra nei giardini dei resort sono diventati l’obiettivo di un nuovo assalto terroristico. Un gruppo di uomini armati, almeno sei secondo le prime ricostruzioni, è arrivato dal mare e ha subito aperto il fuoco sui bagnanti, davanti agli alberghi “Etoile du Sud”, “Wharf”, e “La Taverne Bassamoise” nella zona che viene definita “Quartiere francese”.

Secondo una testimonianza raccolta dall’Associated Press, uno degli assalitori ha rivolto la parola in arabo a due ragazzi: uno dei due si è inginocchiato e ha cominciato a pregare, l’altro – evidentemente non musulmano – è rimasto in piedi, ed è stato ucciso immediatamente con un colpo al capo. Le forze di sicurezza ivoriane hanno ingaggiato una sparatoria, a fine serata il bilancio era di 14 civili, fra cui almeno un francese e altri tre europei, due uomini delle forze speciali governative e sei assalitori uccisi.

Poche ore dopo l’assalto, i ricercatori del gruppo di analisti internet di “ Site” hanno individuato su internet la rivendicazione: ancora una volta è di Al Qaeda nel Maghreb Islamico, protagonista di altri attacchi sanguinosi in Africa occidentale. Dallo scorso novembre è la terza volta che una destinazione turistica di questa regione diventa obiettivo dei terroristi: prima è stato il caso dell’hotel Radisson, in pieno centro di Bamako, al di là del confine maliano: un commando di Aqmi e del gruppo fiancheggiatore Al Morabitoun ha assalito l’albergo, frequentato da occidentali, uccidendo 19 persone.

A gennaio è toccato al Burkina Faso, dove l’attacco all’hotel Splendid di Ouagadogou ha causato la morte di 28 persone (fra cui diversi occidentali) oltre a una sessantina di feriti. Non è ben chiara l’affiliazione dei gruppi: alcune fazioni di Al Morabitoun hanno giurato fedeltà al sedicente Stato islamico, e al suo leader Abubakr al-Baghdadi, altre rimangono legate alle vecchie strutture di Al Qaeda.

Gli analisti sono propensi a legare l’attenzione dei gruppi jihadisti verso queste zone con la disponibilità di denaro e armi provenienti dal crollo del regime libico di Muammar el Gheddafi. Dopo la rivoluzione e la fine della Giamahiriya, gli integralisti si sono radicati nel Mali, e l’offensiva militare francese, che pure li ha costretti in ritirata, non li ha sradicati dalla regione. Anzi, la presenza del contingente francese che li ha fatti ritirare dalla roccaforte di Gao, snodo importante dei traffici verso Timbuctù, nel nord desertico del Mali, è considerata oltraggiosa dai militanti islamisti, che hanno annunciato di voler attaccare obiettivi francesi come rappresaglia.

Assalti alle caserme di polizia e raid contro i campi guerriglieri sono stati frequenti in tutto il 2015, soprattutto nei villaggi della zona di frontiera, dove è radicata anche l’organizzazione fondamentalista Ansar Dine. La strategia sembra quella immaginata dallo scrittore francese Michel Houellebcq nel suo controverso “Piattaforma”: il turismo, considerato una contaminazione insopportabile dei tradizionali costumi islamici, diventa obiettivo privilegiato e per sua natura quasi indifendibile.



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