by Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering | 22 Marzo 2016 12:03
Se ognuno di noi iniziasse a fare un giro per la propria città potrebbe dare testimonianza di quanto il lavoro nei cantieri edili possa essere il luogo di un potenziale ed imminente infortunio. Perché sulle impalcature, spesso, gli operai ci salgono – e ci stanno – senza elmetto e senza alcuna imbragatura. Liberi, quasi, a decine di metri da terra. E, si sa, basta una minima distrazione per cadere nel vuoto.
Una situazione visibile, purtroppo, anche in grandi cantieri circondati da cartelli che fanno presumere l’adozione di tutte le norme di sicurezza.
E così l’edilizia continua ad essere il teatro privilegiato per le tragedie sul lavoro.
Rimane ufficialmente, infatti, il settore più colpito dagli infortuni mortali. Stando ai dati Inail, elaborati dal nostro Osservatorio, nel 2015, su un totale di 878 vittime rilevate in occasione di lavoro il 15 per cento dei lavoratori deceduti ha perso la vita nel settore delle Costruzioni. Vale a dire 132 vite spezzate.
Ma c’è di più. Rispetto al 2014 la scena del dramma è anche peggiorata. Nel 2014 erano 106 le vittime dell’edilizia pari al 14,2 del totale di 746 vittime.
Così per chi come noi, da oltre due decenni, si occupa e si preoccupa di formare i lavoratori per tutelarli durante lo svolgimento delle loro attività, i dati sull’emergenza e la realtà sono e rimangono sconvolgenti.
Quotidianamente il nostro Osservatorio si trova, infatti, innanzi a nuovi bollettini di morti bianche dove le cause che conducono ai decessi e i settori colpiti sono sempre, o quasi, gli stessi.
Tra le principali cause di tante tragedie e di tanta disattenzione ci sono in molti casi la scarsa informazione e formazione di chi opera; e talvolta, poi, nelle realtà più “piccole”, a subire gli infortuni sono gli stessi datori di lavoro.
E la vera protagonista delle scene che precedono le disgrazie è la mancata predisposizione di sistemi di accesso e vincolo per effettuare i lavori in quota negli edifici e nelle strutture in genere. Spesso, poi, capita che il lavoratore, con l’imbracatura di sicurezza non abbia modo di vincolarla.
E’ fondamentale, quindi, che i progettisti e i proprietari degli edifici prevedano sempre idonei sistemi di sicurezza (spesso costituiti da semplici occhielli o dalle cosiddette “linee di vita”) da installare in fase di realizzazione degli edifici o durante ristrutturazioni a garanzia di chi, successivamente, effettuerà lavori di manutenzione.
E’ quindi indispensabile investire sulle attività di prevenzione e formazione dei lavoratori, senza trascurare l’importanza delle attività di controllo da parte di enti preposti.
Informazioni per la stampa
Ufficio Stampa: Dott.ssa Annamaria Bacchin
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