by Leo Lancari, il manifesto | 5 Marzo 2016 10:02
E’ una manifestazione per guardare al futuro, a un’Italia migliore che avrebbe potuto già essere realtà e che invece si è persa nell’aula del Senato, come dimostra la legge sulle unioni civili dimezzata dall’arretrarezza culturale e omofoba della destra e dall’incapacità della sinistra di essere moderna e di tutelare i diritti delle persone. Una legge che però, nonostante sia stata mutilata di una sua parte importante come la stepchild adoption, il movimento delle persone lesbiche, bisessuali, gay e transgender al termine di lungo dibattito interno ha deciso di fare sua ritenendola comunque un passo in avanti nella conquista di nuovi diritti.
Per le persone omosessuali quella che si terrà oggi a Roma non sarà quindi una manifestazione per piangersi addosso e recriminare l’occasione persa. Certo, rabbia e delusione per come sono andate le cose con il ddl Cirinnà non mancheranno, ma la parola d’ordine che il movimento ha voluto darsi è un’altra e guarda al futuro: «Diritti alla meta». «Saremo in piazza per rilanciare una battaglia di uguaglianza insieme alla società civile e all’Italia laica. prendiamo quel poco che la politica ci ha concesso e auspichiamo che l’uiter alal caera si concluda rapidamente», ha spegato ieri la presidente della famiglie Arcolbaleno Marilena Grasadonia.
L’appuntamento è per le 15 a piazza del Popolo. Oltre a una trentina di associazioni lgbt, all’iniziativa di oggi hanno aderito anche la Cgil, Telefono rosa, Amnesty international, Sel e Rifondazione comunista. Tempo permettendo (le previsioni non promettono niente di buono) sono attese più di trentamila persone da tutta Italia. dal palco oltre a espnenti delle associazioni omosessuali, intervenrano ance cantanti e attori. Numerose le adesioni, tra cui quella di Carmen Consoli, Paola Turci, Emma Marrone, mentre il centrocampista della Roma Radja Nainggolan ha inviato un video di sostegno all’iniziativa. La manifestazione sarà il punto di partenza per rivendicare nuovi diritti come il matrimonio egualitaria, l’adozione piena e legittimante, il riconoscimento dei figli alla nascita e a piena eguaglianza con le coppie eterosessuali. ««L’iter parlamentare del ddl Cirinnà è qualcosa che va distinto dagli obiettivi della piazza, che rilanciare la nuova sagione di lote di rivendicazioni, senza dover inseguire l’agenda politica».
Anche perché la politica è davvero molto indietro rispetto alla società che dovrebbe rappresentare. Come dimostra i basso livello del dibattito seguito alla notizia della nascita del figlio avuto dal leader di Sel Nichi Vedola e dal su compagno grazie alla maternità surrogata. «Lo stralcio della stepchild adoption non ha colpito solo le famiglie e i bambini, ma rafforzato pregiudizi orribili che colpiscono tute le perone lgbt», spiega non a caso Rosario Coco di Anddos. «La piazza di domani (oggi, ndr) sarà una piazza di tutti e di tutte come domostra come dimostra la grande mobilitazione spontanea delle organizzazioni studentesche in queste ore».
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