Dilma nomina Lula superministro ora il Brasile ha due “presidenti”

Dilma nomina Lula superministro ora il Brasile ha due “presidenti”

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Adesso è ufficiale: dal 22 marzo Luiz Inácio Lula da Silva entra a far parte del governo della presidente Dilma Rousseff. Sarà il ministro della Casa civile che in Italia, corrisponde al Capo di gabinetto. Un ruolo centrale e decisivo nell’azione dell’esecutivo, una specie di premier ombra. Soprattutto sulla politica economica su cui lo stesso Lula ha a lungo discusso con la sua pupilla a Brasilia prima di accettare il nuovo incarico.

La decisione non desta soprese. Erano giorni che circolavano voci insistenti sull’ingresso del fondatore del Partido dos Trabalhadores (Pt) nel governo. Ma la sola indiscrezione aveva sollevato un vero vespaio nel Congresso. L’opposizione la considerava quasi uno scherzo se non una beffa. Lula nel governo significava, e significa, crearsi un ombrello protettivo che lo mette al riparo da un eventuale arresto. Gode dell’immunità riservata a tutti i membri del governo.

L’incarico doveva arrivare lunedì scorso. C’era stata un’accelerazione dell’inchiesta “Lava Jato”. I due magistrati che indagano sulla compravendita di un appartamento a Guarujà, nello Stato di San Paolo, che molti testimoni affermano esser nella disponibilità di Lula, avevano trasmesso gli atti al giudice Sergio Moro, titolare delle indagini. Nel fascicolo ci sarebbe stata anche una richiesta di arresto per corruzione, riciclaggio e falso. Non sarà nemmeno presa in considerazione. L’eventuale processo si svolgerà comunque davanti al Tribunale Federale Superiore (Tfs), massima istanza giuridica del paese.

Lula prende il posto di Jaques Wagner che ricopriva nel governo la carica di ministro della Difesa. Le sue dimissioni hanno avuto un gesto ancora più simbolico: ieri era il giorno del suo compleanno. La ridda di voci e di indiscrezioni hanno poi avuto un culmine martedì mattina quando il settimanale

Isto È è uscito in edicola con le confessioni di Delcìdio do Amaral, detto Temer. È un pezzo grosso del partito, il capo dei senatori al Congresso. Arrestato il 25 novembre scorso per corruzione nell’inchiesta Petrobras, una settimana fa Delcìdio aveva aderito alla legge che consente ai collaboratori di giustizia di ottenere uno sconto di pena. Le sue rivelazioni hanno messo nei guai sia Lula sia la presidenta Rousseff: per il capo dei senatori entrambi erano a conoscenza del giro di tangenti. Il clamore dei verbali ha bloccato per un giorno la nomina. Il tempo di valutare la situazione e fissare le nuove scelte di politica economica: più investimenti pubblici, meno tagli al sociale, più crescita. Linee giudicate in modo negativo dagli analisti di Moody’s.

Il Brasile sarà dunque governato da due presidenti. Lula sarà nei fatti un primo ministro aggiunto con una forte influenza sull’intero sistema politico- istituzionale. Sarà sempre lui, grazie alla capacità negoziali, a recuperare i parlamentari del Partito del Movimento democratico brasiliano (Pmdb) che minacciavano di lasciare la coalizione. Un sostegno indispensabile per arginare il rischio di impeachment nei confronti della presidente Rousseff. In vista delle elezioni del 2018 in cui Lula correrà come successore.



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