Battaglia a Bruxelles a colpi di kalashnikov ucciso un jihadista

Battaglia a Bruxelles a colpi di kalashnikov ucciso un jihadista

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BRUXELLES La capitale d’Europa è di nuovo sotto assedio a due giorni dall’apertura di un vertice dei capi di stato e di governo della Ue. Un’ operazione congiunta delle forze di polizia francesi e belghe ha portato ieri pomeriggio gli agenti in un covo islamista nella municipalità di Forest, alla periferia sud di Bruxelles. I terroristi hanno aperto il fuoco con kalashnikov. Sono seguite quattro ore di battaglia e di caccia all’uomo, con il quartiere completamente bloccato, i bambini asserragliati nelle scuole, la gente chiusa nelle case e nelle fabbriche della zona mentre un esercito di poliziotti e di teste di cuoio passava al setaccio strada per strada. Il bilancio della battaglia è di quattro agenti feriti, di cui uno in modo grave, e uno dei terroristi ucciso con le armi in pugno. Gli altri componenti della cellula jihadista sarebbero riusciti a fuggire. Ma nella notte le ricerche e le battute sono ancora in corso e non si escludono ulteriori sviluppi.

Il filmato della battaglia comincia alle tre del pomeriggio in Rue de Dries, una via tranquilla di questo quartiere verdeggiante della periferia bruxellese, non lontano dal municipio, dalla fabbrica della Audi e dall’imbocco dell’autostrada che porta a Parigi. Siamo in una zona ibrida, che alterna strade residenziali e alloggi popolari dove la concentrazione di immigrati arabi, turchi e maghrebini è molto alta. A pochi passi c’è la Place Saint Denis, costruita a fine Ottocento nell’area di un pascolo comunale, con i suoi locali e le sue birrerie “vecchia Bruxelles” che stanno a poco a poco perdendo la loro clientela tradizionale. L’operazione di polizia fa parte del nuovo corso che si è instaurato dopo le polemiche sulla scarsa cooperazione internazionale seguite agli attentati di Parigi. Questa volta, sulle tracce di possibili fiancheggiatori dei terroristi del Bataclan, ci sono anche gli investigatori francesi, che partecipano armi in pugno a fianco dei colleghi belgi. Ma la cooperazione, almeno dal punto di vista operativo, non sembra aver migliorato significativamente la qualità dell’intervento.

Gli agenti si presentano alla porta di un appartamento, muniti di regolare mandato di perquisizione. Non si sa se stiano cercando direttamente Salah Abdeslam, il terrorista sopravvissuto alla strage di Parigi, che viveva a Molenbeek, altro quartiere bruxellese culla di jihadisti, e che, dopo essere rientrato in Belgio, ha fatto perdere le proprie tracce. Più probabilmente gli inquirenti pensavano di mettere le mani su un gruppo di fiancheggiatori. Nell’inchiesta sono già una decina le persone fermate a Bruxelles e legate in qualche modo con il gruppo terrorista che ha seminato 130 morti nella capitale francese.

Ma la perquisizione, questa volta, prende subito una piega drammatica. Invece di aprire agli agenti, i terroristi all’interno dell’appartamento aprono il fuoco con i kalashnikov. Sparano attraverso la porta. Tre poliziotti, due belgi e una francese, rimangono feriti: due in modo non grave, uno si prende una pallottola nell’orecchio. I terroristi fuggono sui tetti approfittando della struttura a schiera di queste case adiacenti le une alle altre. Qui le chiamano ancora “maisons de maitre”, in memoria di una rispettabilità borghese perduta da tempo.

Comincia la caccia all’uomo. Il quartiere viene sigillato dalle forze dell’ordine. Curiosi e giornalisti vengono tenuti a distanza. Arrivano le teste di cuoio e i cani poliziotto. Gli elicotteri sorvolano la zona a bassissima quota. Nelle due scuole vicine alla piazza, piantonate dagli agenti, i bambini restano chiusi nelle aule. Radio e televisione invitano i cittadini a non uscire in strada. Il rastrellamento casa per casa, cortile per cortile, dà qualche risultato. Dopo le cinque del pomeriggio si sentono ancora raffiche e colpi di arma da fuoco. È in questa fase che un quarto poliziotto viene ferito, pare in modo grave. Un fumogeno si infila in un appartamento, facendo pensare ad un principio di incendio. Uno degli elicotteri individua un terrorista nascosto in un terreno incolto poco distante. È armato, scrivono i siti Internet. Le teste di cuoio danno l’assalto. Ancora spari. Il ricercato è abbattuto: la sua identità non viene rivelata, ma non si tratta Abdeslam. Degli altri due, al momento, si sono perse le tracce. Ma nella notte la caccia all’uomo continua in tutta la città, comunica in serata il premier belga Charles Michel.



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