Amazon sotto accusa dirigenti in Europa indagati per evasione

Amazon sotto accusa dirigenti in Europa indagati per evasione

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Per prima è stata Apple. Con un assegno da 318 milioni di euro versato il 28 dicembre scorso. Indispensabile per chiudere il conto con il Fisco italiano. Un mese dopo, con un «verbale di accertamento » da 300 milioni firmato dal Nucleo di polizia tributaria di Milano, si è aperto il capitolo Google, con 5 manager che ora rischiano il processo per frode fiscale, in attesa che la procedura amministrativa faccia il suo corso.

Adesso, tra i colossi dell’hi tech, nel mirino della procura di Milano finiscono una manciata di manager europei di Amazon. L’azienda di Seattle, leader del commercio digitale, è l’ultima multinazionale a essere coinvolta in un’inchiesta per «omessa dichiarazioni dei redditi ». Più banalmente: una frode con il fisco che potrebbe valere una cifra con molti zeri.

L’iscrizione dei primi indagati è avvenuta nei giorni scorsi da parte del dipartimento contro i reati societari, guidato dal procuratore aggiunto milanese Francesco Greco. Dalle pochissime indiscrezioni che trapelano, i primi indagati sarebbero i responsabili legali di filiali europee dello stesso colosso a stelle e strisce.

L’indagine è nata da una verifica fiscale della Guardia di finanza, che ha trasmesso un dettagliato «report» in procura. Come per Apple e Google, lo schema per l’accusa sembra ripetersi: l’operatività della filiale italiana farebbe riferimento a una casa madre europea che otterrebbe – attraverso questo escamotage – una fiscalità più favorevole. Quanto viene contestato di frode fiscale ai manager di Amazon indagati? Al momento la cifra non è ancora accertata. I magistrati milanesi, dopo la formale iscrizione nel registro degli indagati, hanno affidato un «processo verbale di accertamento» agli investigatori per quantificare la presunta cifra evasa. Al termine di questa verifica, il Nucleo porterà in procura le conclusioni del proprio lavoro e, solo allora, si tireranno le somme.

Per il motore di ricerca Google, gli esperti delle Fiamme gialle sono arrivati a contestare in tutto 300 milioni di tasse evase tra il 2009 e il 2013. Ed è possibile che per Amazon il periodo sotto esame comprenda le stesse annualità di bilanci. Contro la società leader dell’

e- commerce, qualche anno fa si erano rivoltate le autorità britanniche, mettendo nel mirino Amazon Eu Sarl, filiale lussemburghese cui avrebbero fatto capo tutte le attività di vendita delle controllate europee.

Parallelamente, i guai per Amazon potrebbero essere solo agli inizi. Perché la procura ha trasmesso anche all’Agenzia delle Entrate gli esiti delle verifiche, e qui la partita potrebbe farsi più onerosa.

Dopo l’inchiesta penale sui manager Apple – sempre per omessa dichiarazione dei redditi -, la società si è dovuta sedere a un tavolo con gli esperti delle Entrate per far quadrare i conti. Il colosso di Cupertino ha chiuso il contenzioso, oltre che pagando l’intera cifra evasa, senza muovere contestazione ai rilievi dei funzionari dell’Erario. Così i manager indagati, con la «mossa» formalizzata dalla azienda, potrebbero vedersi alleggerire, e di non poco, la posizione penale. Google sembra – almeno al momento – più restia a trattare alle cifre contestate dalla magistratura. E, ora, parallelamente all’inchiesta, Amazon dovrà difendersi anche dal punto di vista amministrativo, cercando prevedibilmente di ridimensionare o respingere le contestazioni.



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