Acqua e rifiuti, il “modello toscano”

by Riccardo Chiari, il manifesto | 16 Marzo 2016 10:22

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FIRENZE Benvenuti in Toscana, dove c’è un inceneritore fermato a più riprese – quello pistoiese di Montale – perché scarica diossina a go-go. Ma che sarà chiuso (“entro il 2023”, ha annunciato la giunta Rossi) solo dopo l’apertura del nuovo maxi impianto fiorentino di Case Passerini. Per difendere il quale ogni mezzo è buono: vedi l’opuscolo distribuito nelle scuole, a cura della spa dei rifiuti Quadrifoglio (legata ad Hera), in cui viene scritto: “Lo sai che In Italia la presenza dei termovalorizzatori non è sempre ben vista dalla popolazione locale che non vuole l’impianto vicino casa e teme effetti dannosi sulla salute ma, oggi, i medici lo smentiscono”.

Sul modello toscano di gestione privatistica dei servizi pubblici, caro a Ds e Margherita e al Pd di Veltroni, Bersani e Renzi, si potrebbe scrivere un libro. Testo sempre attuale: nei piani del governo, la “riforma” delle società partecipate ricalca quel modello. Non è per caso che fra i principali sponsor ci sia la Cispel Confservizi, che è guidata da un ex colonnello dei Ds (Alfredo De Girolamo) e che conta parecchio. Non soltanto in Toscana.
Ad opporsi, come nel referendum sull’acqua, c’è un coacervo di forze che, in teoria, potrebbero essere maggioranza. Ma che vanno in ordine sparso. Così come (strumentalmente) teorizzato dall’accoppiata Grillo&Casaleggio, che sulla lotta all’incenerimento ha fatto la prima prova del MoVimento, piantando le cinque stelle su lotte che venivano da lontano nel tempo. A partire dalla solitudine di Rifondazione, che per prima denunciò all’alba del 2000 l’aggio del 7% sull’acqua. Continuando con l’alleanza parrocchiale, in azione ieri per l’acqua e oggi contro l’incenerimento: vedi le “Mamme contro l’inceneritore”, oggi vicine alle realtà di movimento (Comitati della Piana e centri sociali) critiche da sempre.
Sta infine facendo rumore una inchiesta della magistratura sulla gara da 140 milioni per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti dell’Ato Toscana sud, insomma Arezzo, Siena e Grosseto. Lì dove comanda “Sei Toscana”, comprendente il colosso fiorentino Cooplat con la Cft, in fiera disfida con Quadrifoglio-Hera e associati (Publiambiente, Asm di Prato e Cis) che comandano in Ato Toscana centro. Battaglie private capitali per i servizi pubblici.

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