“La destra vuole andare al governo e sta cercando di incastrare Lula”
«È un complotto», taglia corto Mino Carta. Il più famoso dei giornalisti brasiliani, italiano di nascita ma da decenni fondatore e direttore di tutti i più importanti newsmagazine del gigante sudamericano (prima Veja, poi IstoÈ, ora CartaCapital), Carta vede un’oscura manovra dietro l’irruzione della polizia in casa dell’ex presidente Lula.
Operazione clamorosa ma non sorprendente. È così?
«Sì, è proprio così. La situazione è precipitata quando sono emersi nei confronti di Lula sospetti riguardo alla proprietà di un appartamento al mare e una piccola tenuta in campagna. L’ex presidente ha già ampiamente spiegato tutto in più occasioni: nessuna delle due proprietà è sua».
Quindi lei pensa che sia, come comincia a dire qualcuno, una manovra politica?
«È una cospirazione chiarissima. Come è già successo in passato, ma in un modo diverso considerati i tempi, si cerca di fare una sorta di colpo di Stato, in più con un appoggio massiccio della stampa, allineata dalla parte della destra più bieca. Una cospirazione che parte dall’iniziativa di un magistrato provinciale in cerca di fama».
Non è casuale, allora, che ciò avvenga quando si cominciava a parlare di una nuova candidatura di Lula alle presidenziali del 2018?
«È proprio per questo che avviene. Prima di tutto, ora l’opposizione si rinfranca perché può tornare con più forza sul tema dell’impeachment dell’attuale presidente Dilma Rousseff, anche lei sotto inchiesta. E allo stesso tempo si cerca di tagliare fuori Lula».
È davvero in pericolo la continuità del governo Rousseff?
«Per far scattare l’impeachment bisogna trovare buoni motivi, e per il momento non ci sono, sebbene poi è vero che lei, come presidente, si sia dimostrata un vero disastro. Lula l’ha scelta male, su questo non c’è dubbio. Bisogna ammettere che il Pt al potere si è comportato come tutti gli altri. E però gli altri partiti non hanno lezioni da dare, non sono certo migliori di chi governa ».
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