by Roberto Ciccarelli, il manifesto | 1 Marzo 2016 11:01
Movimenti. Oggi manifestazioni e scioperi decentrati e coordinati in 20 città europee. Sono stati promossi dal «Transnational Social Strike Platform» di Poznan. In Italia a Milano, Napoli, Foggia, Bologna. A Roma doppio appuntamento: al mattino “l’altra faccia di Mafia Capitale”, in piazza gli operatori dell’accoglienza senza stipendio. Al pomeriggio in piazza con i migranti
«Ventiquattr’ore senza di noi». Lo slogan è stato usato per la prima volta il primo marzo 2010 quando un’ampia coalizione di movimenti e associazioni raccolsero un appello partito dalla Francia per uno sciopero politico contro le leggi sull’immigrazione e la «Fortezza Europa». Il «senza di noi» si riferisce ai migranti e alle figure sociali che stanno subendo il regime dei confini e le misure di austerity. Oggi in venti città europee e italiane si terrà la sesta edizione di una mobilitazione che intende organizzare «uno sciopero sociale transnazionale» le cui rivendicazioni riguardano un salario minimo europeo, un reddito di base, un sistema di welfare europeo basato sulla residenza e un permesso di soggiorno europeo indipendente dal contratto di lavoro e dai livelli di reddito.
È l’agenda programmatica del «Transnational Social Strike Platform» di Poznan che è stata adottata dai coordinamenti e movimenti democratici e radicali in Germania (manifestazioni a Berlino, Bielefeld, Dresda, Francoforte, Monaco), in Svezia (Malmoe, Göteborg, Stoccolma), in Gran Bretagna, a Parigi e in Italia. Oggi sono previsti presidi e cortei a Bologna (Piazza Nettuno alle 17), a Foggia dove alle 9,30 dalla villa comunale partirà un corteo dei braccianti agricoli, a Milano alle 18 in piazza Duca d’Aosta; alle 10 a Napoli da piazza Mancini. «Sarà una giornata di azioni e scioperi decentrati e coordinati — precisano gli organizzatori — prendendo di mira le istituzioni che governano i confini e la precarietà. Questo è il giorno in cui affermiamo rivendicazioni comuni”.
A Roma sono previsti due appuntamenti: il primo è il presidio alle 10 davanti alla prefettura in piazza Santi Apostoli. È stato organizzato dalla Camere del lavoro autonomo e precario (Clap) e dall’assemblea dei lavoratori dell’accoglienza (A.l.a.) di Roma. Una lettera aperta inviata al prefetto Gabrielli[1] è servita per ottenere un incontro. I lavoratori intendono denunciare che niente è realmente cambiato dopo l’inchiesta di Mafia Capitale[2]. Anzi, mentre le cooperative più grandi continuano a vincere i bandi pubblici, chi ha lavorato per quelle più piccole nei centri Sprar e Cas si è visto bloccare gli stipendi. Le interdittive antimafia hanno generato commissariamenti delle cooperative e la revoca dei servizi. Prevista una manifestazione alle 18 da piazza Vittorio.
Tra le richieste del corteo romano, simili a quelle degli altri presidi dell’«Europa solidale», c’è l’abolizione della legge Bossi-Fini e del reato di immigrazione clandestina; lo smantellamento dei Cie e il rifiuto del sistema hot-spot; istituzione di corridoi umanitari per chi sta fuggendo da guerre e catastrofi umanitarie e contro i muri controllati dagli eserciti come sta accadendo in queste ore al confine tra Grecia e Macedonia, ad esempio. «Vogliamo l’abrogazione del trattato di Dublino e il ripristino del principio di libera circolazione delle persone tra gli stati membri dell’Ue» ricordano gli organizzatori.
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