by ANDREA TARQUINI, la Repubblica | 15 Febbraio 2016 9:50
Si incontrano oggi a Praga, in un vertice “a quattro” per voltare le spalle all’Unione europea dell’accoglienza ai migranti. I leader di Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria sono decisi a condividere la linea della “tolleranza zero” contro i profughi. Ovvero: chiudere subito la cosiddetta “rotta dei Balcani”. Il “gruppo di Visegrad” creato dai quattro paesi «in nome dell’integrazione europea », diventa fronte del rifiuto. No ai profughi: azioni congiunte per blindare le frontiere, no alla solidarietà e ai valori costitutivi dell’Unione. Il loro unico sì all’Europa è quello agli ingenti aiuti, che per i polacchi equivalgono a un 1,2 per cento annuo di crescita del pil.
Da Varsavia a Budapest, da Praga a Bratislava toni e scelte di xenofobia accompagnano spinte e svolte autoritarie. Priorità all’esecutivo, sempre meno spazio a parlamenti, giustizia paralizzata e media epurati. Il loro «ì solo all’Europa delle patrie» è una sfida che può diventrare un’insidia minacciosa al futuro stesso della democrazia europea.
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