I numeri delle famiglie gay “Sono meno di 8 mila e solo in 500 hanno figli”

I numeri delle famiglie gay “Sono meno di 8 mila e solo in 500 hanno figli”

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Non esiste un sondaggio esaustivo e definitivo sul tema “quanti sono i gay in Italia, quante le coppie gay, quante le famiglie gay con figli”. Esistono, però, alcuni numeri certi che – interpretati con un filo logico – fanno pensare che il timore di un’invasione in Italia dei genitori omosessuali con prole affidata-adottata sia una paura mal riposta.

Allora, l’Istat nell’ultimo censimento nazionale, quello del 2011, dice che da noi ci sono 16 milioni e 648 mila famiglie. Tra queste, 13.997.000 sono le coppie che vivono in una condizione di stabilità il proprio rapporto sentimentale. Bene, le coppie composte da un uomo e da una donna sono 13 milioni e 990 mila. Il 99,95 per cento. Lo dice il censimento nazionale dell’Istituto nazionale di statistica. Le coppie dello stesso sesso che nel 2011 si autodichiarano famiglia sono, invece, soltanto 7.513.

L’Istat, al proposito, ha dichiarato in una nota che ci sono state coppie dello stesso sesso che «hanno preferito non dichiararsi ». Questo può significare sia che diversi gay, dopo aver barrato la casella sulla loro singola omosessualità, non hanno voluto dare dettagli sulla relazione. Il “non dichiararsi”, però, può contemporaneamente significare che diverse coppie gay non si percepiscono come “una famiglia”. Di certo, sono 7.513 le coppie dello stesso sesso che, invece, nel 2011 hanno rivendicato e dichiarato questo stato: siamo una famiglia. Il numero è esiguo, ecco.

Seguendo le risposte del 2011, si scopre che su 7.513 coppie autodichiaratesi “dello stesso sesso”, solo 529 avevano figli. Rappresentano – le coppie gay con figli – lo 0,0005 per cento delle coppie italiane. Vista dal punto di vista del censimento Istat in Italia, fino al 2011, non si è registrata l’esplosione dei genitori gay.

Ci sono osservatori conservatori (il cattodem Mario Adinolfi) che ritengono sottostimati questi dati e osservatori del mondo Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) che pensano che molti omosessuali non abbiano voluto dettagliare la loro vita all’Istat per le difficoltà del quotidiano e l’ostilità del mondo eterosessuale. Ritiene bassi questi valori anche il sociologo Raffaele Lelleri, curatore della più importante indagine sul mondo gay, “Modi di”, purtroppo datata 2006. In quella ricerca, il 17,2 per cento dei gay e il 20,2 delle lesbiche con più di 40 anni hanno dichiarato di avere un figlio. Con una stima di 3 milioni di “lgbt” nel paese, nel 2006 si sono desunti 100.000 bambini in Italia con almeno un genitore omosessuale. Questa cifra, trascorsi dieci anni, si è pietrificata nell’immaginario collettivo: centomila bambini da coppie omo. Siamo in un altro ordine di grandezza rispetto alle 529 “coppie gay con figli” del censimento Istat. La particolarità della ricerca “Modi di”, tuttavia, è che tiene conto degli ex eterosessuali che hanno avuto un figlio in una relazione uomo- donna e poi hanno cambiato direzione sessuale. Sono la maggior parte. Il figlio, spesso, è un figlio naturale che è stato poi cresciuto anche da un genitore omosessuale.

C’è un terzo lavoro sulla questione. È un’indagine, sempre Istat, del 2012: “La popolazione omosessuale nella società italiana”, studio statistico mirato. Lì si dice che «un milione di persone si è dichiarato omosessuale o bisessuale, altri due milioni hanno sperimentato rapporti o attrazione sessuale per persone dello stesso sesso». La distanza rispetto al censimento chiuso solo un anno prima – un milione di omosessuali in Italia nel 2012, solo 529 quelli che avevano dichiarato di avere figli nel 2011– può significare due cose: o che lo strumento del censimento (non anonimo) del 2011 ha fatto nascondere molte più persone dell’indagine mirata (e anonima) del 2012 o che gli omosessuali che vogliono essere genitori nel nostro paese sono una netta minoranza.



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