“I disabili assistiti anche se restano soli” arriva la nuova legge
«È una legge nata per garantire un futuro migliore ai disabili gravi, ma pensata anche per i genitori che vivono nell’ansia di come staranno i loro figli quando non ci saranno più loro a curarli e proteggerli. Ora le cose cambieranno: ci sono fondi, ipotesi concrete per organizzare il loro domani con assistenze a domicilio e case protette. E poi l’idea di trust, assicurazioni, sgravi fiscali e l’impegno dello stato a non abbandonare le famiglie».
Così, Ileana Argentin, deputata del Pd, dopo l’approvazione alla Camera della legge che viene chiamata “Dopo di noi”, di cui è stata relatrice Elena Carnevali ma che viene da lontano. «Si deve alla costanza di Livia Turco che per prima l’ha voluta e riguarda più di 580mila i disabili gravi, completamente allettati o incapaci di autorappresentarsi». La metà vive con i genitori, il 54% non riceve aiuti dai servizi pubblici né si affida a quelli a pagamento e così oggi l’assistenza pesa completamente sulle spalle dei parenti.
Approvata con 374 voti a favore, contrari solo i 5stelle, la legge che il premier Renzi ha definito «un segno di civilità», andrà ora al Senato. Prevede, per il 2016, 90 milioni dalla legge di stabilità che andranno direttamente alle regioni per gestire il welfare e 150 milioni nel triennio.
Diversi gli obiettivi: creare progetti per la vita indipendente dei disabili; sostenere la creazione di comunità e case-famiglia (ora la maggior parte vive in grandi strutture residenziali), istituire un fondo per l’assistenza, prevedere regimi fiscali agevolati per la tutela del patrimonio destinato all’assistenza del disabile.
I soldi dello stato potranno essere usati per ospitare chi resta solo in una struttura protetta, ma ci sono anche altre opzioni che prevedono detrazioni fiscali per i genitori che per tempo creino trust, (strumento giuridico per gestione del patrimonio) o stipulino assicurazioni per i figli. Il testo prevede infatti la possibilità di sottoscrivere polizze che hanno come obiettivo la vita indipendente dei disabili.
«Se la famiglia lascia l’appartamento al figlio lui non dovrà cambiare spazi, abitudini, con notevole risparmio da parte del comune che così diminuirà le tasse sull’immobile ». Altre ipotesi: si può decidere di accogliere nella stessa abitazione altri giovani con gli stessi problemi, in modo che abbiano più assistenza e compagnia o più famiglie potrebbero unirsi chiedendo al comune di dare loro un’unica una residenza creando una comunità.
Punto più caldo del dibattito, che ha visto il voto contrario del M5s, è stato proprio il trust, accusato di favorire assicurazioni e privati. Accuse a cui ribatte la relatrice Carnevali: «Il trust è una cosa che già esiste, noi abbiamo posto limiti, chiesto che sia pubblico, con indicati i soggetti coinvolti, i ruoli, il progetto, che i beni siano a beneficio solo della persona individuata. Poi abbiamo introdotto l’esenzione dalle imposte di successione e dall’imposta di bolli e aumentato le agevolazioni sulle donazioni: i trust potranno essere anche collettivi, non solo personali ». La legge ha diviso le associazioni delle famiglie: per alcune si tratta di una buona soluzione, per altre non conterrebbe misure adeguate a chi non ha sufficienti patrimoni da lasciare in eredità.
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