by Patrizio Gonnella *, il manifesto | 6 Febbraio 2016 9:08
Mauro Palma è stato nominato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, su proposta del governo e in particolare del ministro della Giustizia Andrea Orlando, Garante dei diritti delle persone detenute o comunque private della libertà personale.
Questa è finalmente una buona notizia.
L’organismo di monitoraggio sarà composto anche dall’avvocatessa Emilia Rossi e da Daniela De Robert, giornalista Rai da sempre attivamente impegnata nel mondo del volontariato penitenziario. Coordinerà l’attività dei garanti territoriali e regionali già nominati negli ultimi anni. Non facile sarà il loro compito in quanto si tratterà di dover mettere sotto i riflettori non solo le quasi duecento carceri italiane, ma anche le centinaia di caserme dei carabinieri e della guardia di finanza, i tantissimi commissariati di polizia, i centri di identificazione ed espulsione per immigrati, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Mauro Palma, noto a questo giornale per essere da decenni una delle sue firme, è stato nel 1991 fondatore di Antigone e a partire dalla fine degli anni novanta è stato prima componente e poi presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura. Dunque di galere ne ha viste. L’Italia ha finalmente ben adempiuto a un obbligo imposto dalle Nazioni unite. Il Garante (nel linguaggio Onu chiamato Meccanismo nazionale di prevenzione) avrà compiti di monitoraggio di tutti i luoghi di prevenzione nonché poteri formali (primo fra tutti quello di visita e accesso senza restrizioni nei luoghi di custodia) e informali diretti a proteggere i diritti delle persone a qualunque titolo limitate o private della loro libertà.
Il loro non dovrà essere un monitoraggio neutro ma finalizzato ad assicurare il rispetto dei diritti fondamentali e dunque della dignità umana delle persone detenute, attraverso azioni e pressioni principalmente di natura preventiva piuttosto che di natura tipicamente sanzionatoria. Bella sfida per un paese come il nostro che non ha mai fino in fondo creduto alla difesa civica, alla mediazione sociale, alla risoluzione alternativa delle controversie.
Era il 1997 quando Antigone propose in un convegno all’Università di Padova l’istituzione dell’Ombudsman per tutti i luoghi di detenzione. Ci prendevano per matti e visionari. L’origine della parola, così come dell’organismo, è scandinava. Il 10 dicembre del 1998, su nostra elaborazione e proposta, fu depositato il primo disegno di legge. Da allora sono trascorsi diciotto anni. La legge istitutiva del Garante nazionale fu voluta un paio di anni fa dal ministro della Giustizia del governo Letta Annamaria Cancellieri. I diritti a rischio sono tanti, dalla vita all’integrità psico-fisica, dalla salute alla difesa. C’è poi un meta diritto, ovvero il diritto a poter esigere i propri diritti, spesso mortificato dall’arbitrio dei custodi. Faticoso sarà altresì il lavoro politico e culturale per un’idea di pena che non sia pura afflizione.
Ieri il ministro degli Interni Alfano ha proposto di abbassare l’età imputabile per i minori in modo da poterli finalmente punire efficacemente. In una società aperta la giustizia non deve essere strumento nelle mani della mutevolezza d’animo del politico di turno. La ragionevolezza e la razionalità hanno con Mauro Palma fortunatamente un alleato in più.
* presidente Antigone
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