by Chiara Cruciati, il manifesto | 4 Febbraio 2016 10:19
La cena da 450 euro a testa all’Hilton di martedì sera tra ministri del governo di Londra e amministratori delegati delle principali compagnie di armi è parsa la risposta indiretta alla richiesta che poche ore prima era stata formulata dalla commissione parlamentare per lo Sviluppo Internazionale: in una lettera al governo parlamentari laburisti e conservatori avevano chiesto l’interruzione della vendita di armi all’Arabia saudita per «le crescenti prove che i raid della coalizione guidata dai Saud colpiscano civili in Yemen, in violazione del diritto internazionale».
Domenica era stata la stessa Riyadh a annunciare la creazione di un comitato di inchiesta indipendente suilla campagna in corso, dopo le accuse di organizzazioni internazionali come Amnesty e Human Rights Watch. Una campagna brutale che ha già ucciso oltre 6mila persone e che ha permesso il rafforzamento di Al Qaeda nella Penisola Arabica (Aqap): i qaedisti, lunedì, hanno occupato un’altra città, Azzan, tra Mukalla e Aden, e posto checkpoint agli ingressi e bandiere nere sugli edifici governativi.
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