Tutti i numeri della droga nel Dark Web

by Carola Frediani, Wired.it | 11 Gennaio 2016 18:32

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Qualsiasi cosa si pensi del Dark Web, un dato è certo: viene costantemente sovrastimato. A essere ingigantiti sono soprattutto i mercati neri della droga. Le ultime cifre che sono circolate su alcuni media arrivavano a parlare di centinaia di miliardi di dollari di giro d’affari. Ma la realtà è molto diversa.

Secondo le stime di Wired.it, gli utenti iscritti su questi mercati online – che operano all’interno delle darknet, reti che garantiscono l’anonimato degli utenti – popolerebbero una cittadina di appena 60mila abitanti. Più o meno come Bitonto. E anche il volume delle vendite, secondo le stime di vari ricercatori, sarebbe inferiore ai 200 milioni di dollari all’anno.

Oggi i mercati neri – principalmente di droga, ma non solo – attivi sulle darknet sono circa 22, a cui vanno aggiunti alcune decine di venditori singoli e di forum nazionali. Tuttavia molti di questi mercati hanno dimensioni ridotte, poche migliaia di inserzioni e di utenti.

Dai tempi di Silk Road, i mercati neri del cosiddetto Dark Web sono aumentati e si sono diversificati.

L’offerta si è sparpagliata. Come dicono alcuni studiosi, queste realtà si sono mostrate molto resistenti e resilienti rispetto al contrasto da parte delle forze dell’ordine e al rischio, sempre presente, di truffe. La cannabis resta la sostanza psicoattiva più diffusa, anche se crescono i farmaci.

E se nel 2015 hanno chiuso due dei più grossi mercati – Agora e Evolution – la tendenza nel 2016 sarà di andare verso ancora una maggiore decentralizzazione, dice a Wired.it Tim Bingham, ricercatore che ha pubblicato numerosi studi[2] sui mercati della droga online. “Ci saranno più venditori indipendenti, e i siti grossi saranno meno attraenti. Gli utenti tenderanno a cercare mercati minori, che danno meno nell’occhio”, spiega Bingham. “E continueremo a vedere truffe, exit scams”, ovvero siti che dopo aver accumulato un certo numero di clienti scappano con i loro soldi. Ma proviamo a dare un po’ di numeri.

sequestro-silk-road

Silk Road: la prima stima era sbagliata

Quando nell’ottobre 2013 l’FBI ha chiuso Silk Road, il primo e all’epoca quasi unico mercato della droga online, aveva stimato in 1,2 miliardi di dollari il suo giro d’affari relativo a due anni e mezzo di vita. Tuttavia, come spiega a Wired.it Gwern Brandon[3] – il più autorevole ricercatore sul mondo dei mercati neri, al punto da aver archiviato quasi tutti i siti del genere, inclusi quelli scomparsi –“la stima originaria relativa alle vendite su Silk Road era sbagliata perché utilizzava un tasso di cambio con bitcoin più recente, ignorando l’aumento drammatico del valore della moneta digitale di quel periodo”. Cosa significa? Molte delle transazioni avvenute su Silk Road – prima dell’impennata del valore dei bitcoin – andrebbero conteggiate su un valore molto più basso della criptomoneta. “La stima sul volume d’affari complessivo di Silk Road nel corso del processo di fatto è stata rivista al ribasso, intorno ai 0,25 miliardi di dollari”, spiega Gwern.

In effetti la valutazione di Silk Road – aggiustata durante il processo – da parte del governo americano si è attestata alla fine su un volume di vendite di 214 milioni di dollari per i due anni e mezzo di vita di Silk Road, nota questo studio[4].

Lo stesso studio ha stimato in circa 300mila dollari al giorno il volume di vendite per Silk Road nel suo momento di massima espansione, nel 2013. Ha quindi stimato lo stesso valore per i successivi mercati neri collocandolo in una forbice che va in media tra i 300mila e i 500mila dollari al giorno.

In pratica, il volume d’affari “è aumentato, ma non in modo enorme”, commenta uno dei due autori dello studio, Nicholas Christin, professore di ingegneria informatica alla Carnagie Mellon University. “I nostri dati sono sostenuti da una metodologia di misurazione spiegata in dettaglio nella nostra ricerca e i risultati hanno passato tutti i controlli”.

Secondo stime Onu di qualche anno fa (ma riprese nel 2013 dall’Economist[5]), il giro d’affari di droghe illecite in generale (non su Internet) viaggiava intorno ai 320 miliardi di dollari.

L’offerta

Al momento della chiusura, nel 2013, Silk Road aveva circa 14mila inserzioni. Un anno dopo, a fine 2014 – calcola questa ricerca[6] firmata da Bingham e un’altra ricercatrice – il numero complessivo di inserzioni fra i vari mercati neri delle darknet era un po’ più di 60mila.

Vuol dire che l’offerta è quadruplicata? Non esattamente. “La scena dei mercati delle darknet si è frammentata molto, dai tempi in cui la prima Silk Road rappresentava circa il 95% delle vendite”, ci spiega Gwern Brandon. Oggi i venditori devono piazzare le loro inserzioni su più mercati, quindi un singolo venditore può avere anche centinaia di duplicati su vari siti che non stanno vendendo molto”.

Secondo Gwern Brandon, è possibile che le vendite siano raddoppiate: “In generale questi mercati sembrano essere diventati più noti e familiari tra i consumatori di sostanze”.

Il numero degli utenti: una città come Bitonto?

Ma poi quanti sono i frequentatori di questi luoghi? Secondo unostudio dell’Interpol[7] pubblicato nel gennaio 2015, questi erano gli utenti dei principali mercati neri esistenti a fine 2014:

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Ovvero, i tre principali mercati in quella data raccoglievano circa 47mila utenti. Aggiungiamo qualche migliaia di utenti sparsi sui mercati minori (attivi all’epoca, sempre l’Interpol, ne contava 29). Facciamo 55-60 mila utenti in tutto? Come la cittadina di Bitonto. O Legnano.

I mercati oggi: visitati per voi

Nel momento in cui scriviamo i principali mercati neri delle darknet sono circa 22 – più una manciata di singoli venditori con il loro negozio online (dati: Dnstat e DeepDotWeb). Di questi mercati – ha verificato Wired.it – quelli che attirano utenti e attività sono però solo tre o quattro: primo fra tutti Alphabay, con 50mila inserzioni di droghe e sostanze psicoattive o farmaceutiche, di cui oltre 15mila di cannabis e derivati; e con 47mila iscritti al forum; quindi, distante secondo, Dream Market, con 11mila inserzioni di droga, di cui 3000 di cannabis (e 13mila iscritti sul forum); terzo, il longevo Valhalla (resiliente come l’inferno, è il suo motto), attivo dall’ottobre 2013, con 4mila inserzioni di droghe di cui un quarto di cannabis, e poche migliaia di utenti sul forum. Quarto il vecchio Outlaw Market, con meno di 2mila inserzioni e poche migliaia di iscritti al forum.

I numeri di tutti i mercati restanti scendono ancora. Si va dalle 1700 inserzioni di Hansa, alle 1600 di Dr’s D Multilingual market, alle 1500 di Phyton Market, alle 136 di Acropolis. Pochissimi gli utenti iscritti ai forum.

Dunque tirando le somme, e prendendole cum grano salis, siamo probabilmente ancora poco sopra ai 60mila iscritti – ricordando che molti utenti si iscrivono a più mercati e che l’iscrizione è spesso obbligatoria anche per la semplice consultazione.

cannabis[9]

(Grafico: Interpol)

E la cannabis resta ancora la padrona, seguita da ecstasy (lo abbiamo visto su questi mercati, ma anche su quelli scomparsi come Evolution).

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Endnotes:
  1. Leggi anche:Sigaretta elettronica vs tradizionale, gli effetti sono davvero gli stessi?: http://www.wired.it/scienza/medicina/2015/12/22/sigaretta-elettronica-vs-tradizionale-effetti/
  2. numerosi studi: http://timbingham.ie/research/
  3. Gwern Brandon: http://www.gwern.net/
  4. questo studio: https://www.usenix.org/system/files/conference/usenixsecurity15/sec15-paper-soska-updated.pdf
  5. riprese nel 2013 dall’Economist: http://www.economist.com/blogs/graphicdetail/2013/04/daily-chart-19
  6. questa ricerca: http://www.swansea.ac.uk/media/The%20Rise%20and%20Challenge%20of%20Dark%20Net%20Drug%20Markets.pdf
  7. studio dell’Interpol: http://www.gwern.net/docs/sr/2015-interpol-pharmaceuticals.pdf
  8. [Image]: http://images.wired.it/wp-content/uploads/2016/01/1452170151_interpol_users600.jpg
  9. [Image]: http://images.wired.it/wp-content/uploads/2016/01/1452170240_cannabis.jpg

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