Schengen in pericolo “Allungare a due anni i controlli alle frontiere”

Schengen in pericolo “Allungare a due anni i controlli alle frontiere”

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BRUXELLES. Schengen è più che mai in bilico. Sulla questione dei migranti dall’Europa parte un ultimatum alla Grecia, e indirettamente anche all’Italia. I ministri dell’Interno della Ue, riuniti ieri ad Amsterdam, hanno chiesto infatti alla Commissione di attivare le procedure dell’articolo 26 del Trattato, che prevede l’autorizzazione ad uno stato membro di estendere i controlli temporanei alle proprie frontiere fino ad un massimo di due anni. Finora i controlli sono stati introdotti da Francia, Germania, Austria, Danimarca e Svezia. Ma a maggio scade il termine oltre il quale Vienna e Berlino non possono più chiudere le frontiere, a meno appunto di una autorizzazione speciale.

Ancora più esplicita, è stata la richiesta di far intervenire Frontex, l’agenzia europea per la sorveglianza delle frontiere, sul confine tra la Grecia e la Macedonia, che rappresenta il “buco” attraverso cui centinaia di migliaia di migranti irregolari sono passati e continuano a passare per raggiungere il Nord Europa. «I ministri hanno dato un segnale chiaro in questo senso alla Commissione », ha spiegato il ministro dell’Interno olandese Klaas Dijkhoff, presidente di turno della riunione. È chiaro che se l’Europa intervenisse per sigillare la frontiera tra Grecia e Macedonia, Atene si troverebbe sommersa da una marea di migranti bloccati nel loro viaggio verso il Nord.

Il ministro greco Iannis Mouzalas si è difeso, accusando i partner europei di non aver fornito gli aiuti promessi e di aver ricollocato solo 94 rifugiati sui 66 mila previsti. «Non si può accettare che una crisi europea diventi una crisi umanitaria per migliaia di migranti intrappolati in Grecia», ha detto Mouzalas. Formalmente, tutti i governi hanno detto di voler salvare gli accordi di Schengen. Ma nei fatti le minacce alla Grecia sono state molto dirette. «È un mito che il confine tra Grecia e Turchia non possa essere controllato – ha detto la ministra austriaca Johanna Mickl-Leitner – Se la Grecia non agisce, la frontiera esterna dell’Unione si sposterà verso l’Europa centrale». E lo svedese Anders Ygeman ha ricordato che Italia e Grecia sono tenute a fermare e identificare i migranti: «Se un Paese non rispetta i propri obblighi, alla fine dovremo restringere la sua connessione con l’area Schengen».

«Schengen è salva per ora. Abbiamo poche settimane per evitare che si dissolva tra gli egoismi nazionali» ha detto il ministro Alfano, ricordando che l’Italia sta mettendo in opera gli hot-spot previsti e che potrebbe anche aprirne uno nel Nord-Est. Ma già i nostri principali vicini a Nord delle Alpi, Francia, Germania e Austria, hanno reintrodotto forme di controllo alle frontiere, che potrebbero essere ulteriormente prorogate. Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi: «Abbiamo lottato per decenni per abbattere i muri: pensare oggi di ricostruirli significa tradire noi stessi».



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