Rapporto Onu racconta l’orrore da cui fuggono gli iracheni
Circa 19mila civili uccisi e 40 mila feriti tra l’inizio del 2014 e il 31 ottobre 2015, oltre a 3,2 milioni di sfollati interni. Sono stime al ribasso, che tengono conto solo delle vittime causate da qua o servizi medici essenziali. Ma bastano a dare il quadro e la misura della violenza «sconvolgente», come la definisce un nuovo rapporto delle Nazioni unite, come quella che flagella il già martoriato Iraq.
L’Onu punta il dito sullo Stato islamico per le violenze sistematiche inflitte ai civili e in particolare per i 3.500 prigionieri, in maggioranza donne e bambini, trattenuti in stato di schiavitù azioni violente, escludendo i morti per mancanza di accesso a cibo e acqua dai miliziani del Daesh. Ma non manca di rilevare e stigmatizzare abusi commessi dall’esercito iracheno, dalle varie milizie in campo e dalle forze kurde. Il report dell’Unami (United Nations Assistance Mission for Iraq) ha raccolto un po’ in tutto il paese le testimonianze di profughi e sopravvissuti.
Secondo l’alto commissario per i diritti umani dell’Onu Zeid Raad Al Hussein, è un lavoro che «illustra con chiarezza da cosa fuggono i rifugiati iracheni che cercano di raggiungere l’Europa e altre regioni. È l’orrore — aggiunge Al Hussein — con cui devono confrontarsi nella loro terra».
Related Articles
«Meno 57% di sbarchi a luglio». I migranti bloccati nell’inferno libico dal codice Minniti
Dal primo gennaio sono 97.293 i migranti sbarcati sulle coste italiane, il 4,5% in meno rispetto al 2016
Quei nemici giurati dell’Occidente e dell’Islam moderato
La strage nel villaggio di Masuri nella Nigeria settentrionale chiude un anno di violenze e attacchi terroristici contro cristiani. Tutto il 2012 è stato segnato dalle azioni di Boko Haram, un nome ormai tragicamente noto per quella che è ormai diventata la forza jihadista più attiva in Africa. Insieme ai Shabab somali e Al Qaeda nel Maghreb Islamico, Boko Haram è infatti l’organizzazione più significativa in una regione che va dal Mali alla Somalia e che conosce da mesi fibrillazioni ispirate dai movimenti islamisti militanti.
Il Fondo Monetario Internazionale: «Senza sindacati, ricchi più ricchi»
Il Fondo Monetario Internazionale riscuote consenso tra le sue vittime: i sindacati. «Il potere contrattuale dei lavoratori riequilibra la redistribuzione dei redditi»