Ora Google è più ricca di Apple
Sono le due super potenze globali degli affari. Più ricche di molti stati africani. Per questo un sorpasso al vertice, tra di loro, non è solo questione finanziaria. Alphabet, la nuova società ombrello di Google, ora vale più di Apple. La misura non è la classica capitalizzazione in Borsa. Lì il vantaggio della Mela su Big G si assottiglia, ma resta: 560 miliardi di dollari contro 498. L’indicatore, con cui il Financial Times certifica l’evento, si chiama valore di impresa: il prezzo complessivo di tutte le azioni, più i debiti, nel loro caso assenti, meno la quantità (enorme) di denaro in cassa. In pratica, la somma da sborsare per comprarsele. Ebbene con questo metro, da molti analisti considerato più fedele, il sorpasso venerdì era fatto: Google 424 miliardi, Apple 399.
Al di là dei comuni problemi con il Fisco, Google verserà a quello inglese 170 milioni di euro, Apple 318 all’Italia, la radiografia di due stati di salute molto diversi. Perché se la Mela lo scorso ottobre ha archiviato un anno da Guinness, con 234 miliardi di dollari di fatturato, in crescita del 28%, i mercati non si accontentano degli allori. Anticipano. E in questi primi tre mesi dell’anno la società ha tagliato la produzione di iPhone 6S di un terzo, segno che le vendite vanno peggio del previsto. La trimestrale attesa per martedì potrebbe confermarlo, alimentando il dubbio che, a dispetto di tablet e orologi intelligenti, Cupertino viva e muoia con le vendite di smartphone. Incapace, dopo la scomparsa di Steve Jobs, di inventare qualcosa di altrettanto rivoluzionario. Su Alphabet invece, che i conti li presenterà il primo febbraio, le aspettative sono opposte. Per la prima volta dal cambio di struttura societaria, annunciato ad agosto, la società pubblicherà un bilancio spacchettato per le diverse linee di business. Che dovrebbe rivelare le perdite esatte dei suoi progetti “lunari”, come la macchina senza pilota o le ricerca genetica, ma anche far risaltare la solidità del noccio duro del business, motore di ricerca e pubblicità.
Così dallo scorso luglio, quando hanno toccato il massimo di sempre a 132 dollari, le azioni Apple sono scese di un buon quinto. Mentre quelle di Alphabet si sono impennate del 37%, da 530 a 725 dollari. Archiviato il sorpasso nel valore di impresa, anche quello nella capitalizzazione di Borsa potrebbe arrivare presto, c’è chi dice a metà del 2017, specie se il rallentamento della Cina, mercato più importante per Cupertino che per Mountain View, dovesse proseguire. La Mela perderebbe così un altro primato, che mantiene da metà del 2013. A meno che, come successo in passato quando la si dava per appannata, non torni con un guizzo a stupire il mondo.
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