by Enrico Marro, Corriere della Sera | 25 Gennaio 2016 9:14
ROMA Piano contro la povertà e Statuto dei lavoratori autonomi. A Palazzo Chigi si lavora per approvare giovedì in consiglio dei ministri due disegni di legge collegati alla legge di Stabilità, che quindi godranno di una corsia preferenziale in Parlamento. Il primo sarà un ddl delega al governo per potenziare e riordinare gli strumenti a sostegno dei più bisognosi: secondo l’Istat gli italiani in condizioni di «povertà assoluta», cioè non in grado di acquistare un paniere di beni e servizi essenziali, sono 4,1 milioni. A questo fine la legge di Stabilità ha stanziato 600 milioni per la messa a regime del Sia, il Sostegno per l’inclusione attiva, e 220 milioni per l’Asdi, l’assegno che scatta dopo la Naspi (Nuova indennità di disoccupazione) per le persone in condizioni di bisogno.
Il secondo disegno di legge introduce o rafforza una serie di tutele (maternità, malattia) e di sostegni per i lavoratori autonomi. Qui la manovra di bilancio prevede 10 milioni per il 2016 e 50 per il 2017 (bisogna considerare che quest’anno serve meno perché le misure entreranno in vigore solo dopo l’approvazione di Camera e Senato).
Intesa con le fondazioni
A completamento degli interventi sulla povertà, nelle prossime settimane, verrà firmato un protocollo d’intesa con le fondazioni bancarie e con il Terzo settore (non profit) per il finanziamento di progetti di contrasto dell’abbandono scolastico e di miglioramento della qualità dell’istruzione nelle situazioni più disagiate. Si va dall’erogazione di sostegni monetari alla messa a disposizione di tutor per gli studenti. Le fondazioni forniranno una dotazione di 150 milioni di euro in tre anni che verranno distribuiti sui progetti selezionati fra quelli presentati da istituzioni scolastiche e locali. Per incentivare il progetto il governo concede un credito d’imposta col quale le fondazioni recupereranno fino a 100 milioni di euro.
800 milioni per i poveri
Va subito detto che il pacchetto povertà rappresenta un primissimo passo, quasi un atto dovuto, visto che tutti gli organismi internazionali rimproverano all’Italia la mancanza di strumenti universali di intervento (su questo piano, in Europa, siamo in compagnia della Grecia). Le risorse stanziate sono chiaramente insufficienti. Basti pensare che gli 800 milioni previsti per quest’anno (che saliranno a un miliardo nel 2017) equivalgono ad appena 200 euro in media a testa per i 4 milioni di poveri assoluti. Per questo la delega assegnerà al governo anche il riordino dell’assistenza. Arriverà un stretta sui requisiti per determinate prestazioni. La delega resterà sul vago. Per non creare allarme, verrà precisato che la riforma interverrà sulle prestazioni future e non su quelle in essere e non colpirà i disabili. Nel mirino, in particolare, le integrazioni al minimo e le maggiorazioni sociali delle pensioni degli italiani residenti all’estero. «Paghiamo integrazioni e maggiorazioni a persone che vivono e pagano le tasse altrove, riducendo il costo dell’assistenza in questi Paesi», ha denunciato in Parlamento il presidente dell’Inps, Tito Boeri.
La delega sulla povertà prevede l’estensione a tutto il territorio nazionale del Sia (sostegno all’inclusione attiva), assegno introdotto in forma sperimentale nel 2014 in 12 cità con più di 250 mila abitanti e che può arrivare fino a 400 euro al mese, a integrazione del reddito delle famiglie con Isee inferiore a 3 mila euro. L’intervento privilegerà quelle con figli minori.
Tutele per le partite Iva
«Lo Statuto del lavoro autonomo e l’intervento sulla povertà — dice il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei — estendono tutele e diritti in un disegno di continuità con il Jobs act». Ma vediamo le principali novità previste dal collegato che riguarderà le partite Iva individuali e gli iscritti alla gestione separata dell’Inps (collaboratori). Questi lavoratori potranno dedurre tutte le spese di formazione dall’imponibile fino a 10 mila euro l’anno. Che scendono a 5 mila per le spese per certificazioni professionali.
L’assegno di maternità per 5 mesi non sarà più vincolato alla sospensione dell’attività lavorativa, ma verrà erogato anche se la lavoratrice autonoma, come spesso accade, deve continuare a far fronte agli impegni presi. Inoltre, in caso di malattia grave, comprese quelle oncologiche, si potrà sospendere il pagamento dei contributi sociali fino a un massimo di due anni (recuperando poi con pagamenti rateizzati). Infine, ci saranno norme di tutela contrattuale per impedire clausole vessatorie (per esempio, modifiche unilaterali di quanto pattuito) e ritardi nei pagamenti da parte dei committenti. Dovrebbe esserci anche un capitolo sullo smartworking, quello svolto senza postazione fissa. Il lavoratore dovrà ricevere un trattamento economico non inferiore a quello dei lavoratori dipendenti della stessa azienda, «a parità di mansioni svolte», e avrà diritto all’assicurazione sugli infortuni.