La ruota del terrorismo islamista torna a fermarsi sull’Egitto. Dopo l’abbattimento dell’Airbus russo del 31 ottobre, dopo l’attacco contro un bus di turisti israeliani di giovedì, ieri un attacco minore è stato messo a segno a Hurghada, sul Mar Rosso, a ovest del Sinai e di Sharm el Sheik.
Fino a notte la dinamica dell’assalto è rimasta molto confusa, tanto che la versione del ministro del Turismo egiziano («è stato un tentativo di rapina, gli assalitori non erano terroristi») una volta tanto potrebbe essere la verità e non il solito tentativo di depistaggio delle autorità egiziane. Poco credibile, ma possibile.
Veniamo alle informazioni più concrete: l’attacco è stato messo a segno alle 8 di sera: 2-3 uomini sarebbero riusciti a entrare nel resort “Bella Vista”, nella zona centrale di Hurghada. Secondo alcune versioni sarebbero arrivati dal mare con un gommone, ma nessuno conferma ufficialmente. La polizia parla di 2 turisti austriaci e un danese (o uno svedese) feriti da coltelli, mentre i 2 (o 3) assalitori sarebbero stati uccisi. I media di stato raccontano che gli assalitori avevano con sé dei coltelli e una pistola giocattolo. Il che li qualificherebbe come rapinatori. Ma questa informazione non può essere verificata in nessun modo fino a che non arriveranno le testimonianze dirette dei turisti stranieri che, sfuggendo alla censura egiziana, racconteranno la loro versione dei fatti.
E infatti alcuni siti di informazione egiziani e la Bbc in arabo riportano la testimonianza di alcuni turisti che raccontano che gli assalitori sono entrati nel salone dell’albergo urlando “Allah u’akhbar” e sventolando un bandierone nero dell’Is. E su twitter sono state postate da alcuni testimoni le foto degli attentatori uccisi, con accanto il drappo del Califfato. Potrebbe trattarsi di invasati o di rapinatori “travestiti” da terroristi, anche perché se gli assalitori fossero stati davvero degli jihadisti di sicuro avrebbero provato a colpire con pistole e Kalashnikov. Alberto Barattieri, il console onorario italiano ad Hurghada, non crede si tratti di una rapina ma non si sbilancia: «Io sono riuscito ad avvicinarmi alla zona del Bella Vista con l’auto con i contrassegni diplomatici, ho visto decine e decine di auto della polizia, centinaia di poliziotti e militari, come se si trat- tasse di dover fronteggiare un attacco in grande stile, non una rapina. Ma mi sono occupato solo di accertare che non vi fossero italiani coinvolti e bisognosi di assistenza». Il console, che è lui stesso un operatore turistico ad Hurghada, spiega che il Bella Vista è frequentato soprattutto da turisti del Nord Europa, perché legato a tour operators di quei paesi.
In ogni caso l’effetto di questo ennesimo attacco sull’industria del turismo egiziano sarà pesante, la fuga dei turisti continuerà, e per l’Egitto il conto da pagare sarà alto. Soltanto giovedì un autobus con 47 turisti israeliani era stato assaltato con delle bombe artigianali. E puntuale ieri arrivata la rivendicazione dello Stato islamico. «In risposta agli ordini del Califfo, una squadra dell’Is è stata in grado di effettuare un attacco contro un bus che trasportava degli ebrei. L’attacco ha causato decine di morti e feriti tra gli ebrei e le guardie dell’albergo, e i nostri soldati sono riusciti a fuggire», si legge nella nota. La verità è diversa da quello che racconta questo messaggio dell’Is: l’attacco non ha fatto nessun morto. E alla disinformazione dell’Is immediatamente risponde la disinformazione del Ministero dell’Interno egiziano, che preferisce accusare i Fratelli musulmani del fallito attacco piuttosto che i terroristi dell’Is. I “Fratelli” sono l’opposizione politica islamica in Egitto che il presidente-generale ha messo al bando (e in galera) quando con un colpo di Stato ha riportato i militari al potere sottraendo l’Egitto alla deriva islamista-autoritaria del presidente Morsi. «In un paese in queste condizioni, in cui il governo diffonde bugie e versioni di propaganda, è sempre più difficile investire e operare normalmente», dice un operatore turistico italiano: come dire che ai colpi portati da terrorismo si aggiunge la mancanza di lucidità e affidabilità del governo militare del presidente Al Sisi.
Questo fatto era veramente un peccato per questo posto bellissimo, adesso hanno un pó un problema, perché mancono i turisti..mi dispiace!