Cannabis, Ncd stoppa la linea soft

by Liana Milella, la Repubblica | 11 Gennaio 2016 10:00

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 Pansa: “Il reato di clandestinità intasa le procure”. Renzi: “Crea problemi, ma va cambiato senza fretta”

ROMA. Dopo lo stop degli alfaniani sul reato di clandestinità, che pure il premier Matteo Renzi critica ma ritiene non cancellabile su due piedi, arriva adesso anche il niet di Ncd sulla droga. Resterà il carcere fino a un anno e la multa da uno a 4 milioni di euro per chi coltiva anche una sola piantina di cannabis, fosse pure a scopo terapeutico. I centristi puntano i piedi.

Per Renzi il reato di clandestinità «crea problemi, intasa le procure, non serve», ma non ritiene utile cambiarlo adesso perché «c’è una percezione della sicurezza per cui questo percorso di cambiamento lo faremo con calma, tutti insieme, e senza fretta». Niente dunque al consiglio dei ministri di venerdì. Una decisione politica supportata dal parere tecnico del capo della polizia Alessandro Pansa che boccia il reato «perché intasa le procure», ma anche lui ne ipotizza la modifica solo in modo da non intaccare «la percezione della sicurezza», «per far capire che gestiamo il fenomeno immigrazione con umanità ma anche con rigore» Per la stessa ragione è destinata a cadere la depenalizzazione della droga. Anche in questo caso, “se fosse portata a termine così su due piedi, senza un’adeguata sensibilizzazione dell’opinione pubblica” dicono fonti del governo, rischierebbe di ingenerare il dubbio che si stia cedendo nella lotta agli stupefacenti. Niente da fare allora per la trasformazione del reato contenuto nel testo unico sulle droghe del 1990, tante volte contestato aspramente dai Radicali, e che sarebbe potuto diventare un illecito amministrativo, punito con una sanzione e relativa multa, “da 5 a 30mila euro”.

A essere “incriminato” è sempre lo stesso decreto legislativo, quello messo a punto dal ministero della Giustizia. Un testo giunto ormai al suo ultimo passaggio, quindi destinato, qualora fosse stato approvato, a diventare legge il giorno dopo. Ma la cancellazione del reato di immigrazione e delle pene se coltivi pianticelle di cannabis rischia di trascinare con se tutto il testo.

Che dopo il 17 gennaio non potrà più essere recepito dal consiglio dei ministri perché scade la delega concessa dal Parlamento nel 2014 all’interno della legge sulla “messa alla prova”.

Le due questioni, clandestinità e droga, hanno subito lo stesso stop and go. Inserite nella legge delega, vengono eliminate dal governo nella prima stesura del decreto legislativo. La commissione Giustizia della Camera, nel parere di dicembre, le reintroduce entrambe, anche se con una formula diversa. Pone come “condizione” di cancellare il reato di clandestinità, mentre “osserva” che sarebbe opportuno trasformare in illecito la coltivazione delle piantine di cannabis.

Ma per la droga come per l’immigrazione, il passo indietro è dettato da una “paura” politica, perché entrambe le questioni, come dimostrano le polemiche degli ultimi giorni sulla clandestinità, sono un argomento forte della destra, su cui la Lega, ma anche quello che resta di Forza Italia, non si farebbero sfuggire duri attacchi al governo. Quindi meglio soprassedere.

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