E l’Isis promuove sul web il suo nuovo «Jihadi John»
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I raid alleati hanno ucciso molti esponenti di spicco. I reparti del Califfo hanno dovuto ripiegare. E allora l’Isis risponde con l’arma migliore che ha: la propaganda unita all’efferatezza. Il movimento ha diffuso un nuovo video che mostra l’esecuzione di cinque presunte «spie», probabilmente nel settore di Raqqa, in Siria. Filmato che per catturare l’attenzione doveva avere un elemento speciale, qualcosa di diverso dall’atto brutale.
Lo Stato Islamico ha infatti affidato la narrazione della strage ad un nuovo Jihadi John, un boia che si espresso in inglese e si è rivolto alla Gran Bretagna. Un giovane mascherato e armato di pugnale che si è lanciato in una lunga tirata contro il premier Cameron, definito un «imbecille, pazzo e arrogante».
Sempre con l’intento di far parlare di sé l’Isis ha inserito anche un bimbo di pochi anni. Con indosso una mimetica e una bandana identiche a quelli dei militanti, il piccolo è stato usato per rendere ancora più angosciante il messaggio. Parlando anche lui in inglese ha minacciato di fare strage di miscredenti in Siria.
Triplo il significato dell’ultima produzione. Primo. La punizione per chi ha collaborato con la coalizione: secondo l’Isis le vittime dell’esecuzione hanno favorito l’uccisione di alcuni estremisti e di Abu Muslim al Turkmani, figura importante della fazione. Secondo. È un documento che alimenta lo spirito di lotta contro i nemici, in particolare la Gran Bretagna. Terzo. Il lancio di un nuovo volto mascherato che ha preso il posto del primo Jihadi John, quel Mohamed Emzawi eliminato in novembre dall’attacco di un drone della coalizione.
È possibile che nei prossimi giorni l’Isis possa aumentare volume e frequenza dei suoi slogan in una strategia di mantenimento. Attività accompagnata da iniziative militari dove un ruolo importante è svolto dai combattenti kamikaze. Perché terrorizzano gli avversari e portano, con il loro esempio, nuove reclute. Nel solo mese di dicembre lo Stato Islamico ne ha usati oltre 60.
Guerriglieri dei quali sono state diffuse le foto e le immagini, i nomi di guerra, le storie. Spesso adolescenti ripresi alla guida di camion-bomba poi utilizzati in missioni sacrificali contro le posizioni governative irachene. Gli ultimi cinque ieri al Camp Speicher, nel settore di Tikrit.
Lo Stato Islamico ha infatti affidato la narrazione della strage ad un nuovo Jihadi John, un boia che si espresso in inglese e si è rivolto alla Gran Bretagna. Un giovane mascherato e armato di pugnale che si è lanciato in una lunga tirata contro il premier Cameron, definito un «imbecille, pazzo e arrogante».
Sempre con l’intento di far parlare di sé l’Isis ha inserito anche un bimbo di pochi anni. Con indosso una mimetica e una bandana identiche a quelli dei militanti, il piccolo è stato usato per rendere ancora più angosciante il messaggio. Parlando anche lui in inglese ha minacciato di fare strage di miscredenti in Siria.
Triplo il significato dell’ultima produzione. Primo. La punizione per chi ha collaborato con la coalizione: secondo l’Isis le vittime dell’esecuzione hanno favorito l’uccisione di alcuni estremisti e di Abu Muslim al Turkmani, figura importante della fazione. Secondo. È un documento che alimenta lo spirito di lotta contro i nemici, in particolare la Gran Bretagna. Terzo. Il lancio di un nuovo volto mascherato che ha preso il posto del primo Jihadi John, quel Mohamed Emzawi eliminato in novembre dall’attacco di un drone della coalizione.
È possibile che nei prossimi giorni l’Isis possa aumentare volume e frequenza dei suoi slogan in una strategia di mantenimento. Attività accompagnata da iniziative militari dove un ruolo importante è svolto dai combattenti kamikaze. Perché terrorizzano gli avversari e portano, con il loro esempio, nuove reclute. Nel solo mese di dicembre lo Stato Islamico ne ha usati oltre 60.
Guerriglieri dei quali sono state diffuse le foto e le immagini, i nomi di guerra, le storie. Spesso adolescenti ripresi alla guida di camion-bomba poi utilizzati in missioni sacrificali contro le posizioni governative irachene. Gli ultimi cinque ieri al Camp Speicher, nel settore di Tikrit.
Guido Olimpio
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