«Le malattie sono in aumento Basta con le soluzioni tampone»
by Margherita De Bac, Corriere della Sera | 28 Dicembre 2015 10:16
ROMA «Basta soluzioni tampone. Siamo di fronte a un grave problema di sanità pubblica. È a rischio la nostra salute. Il governo dovrebbe intervenire con un piano strutturale».
Professor Walter Ricciardi, lei ha un ruolo tecnico come presidente dell’Istituto superiore di sanità, eppure sembra che intenda inviare un messaggio. È così?
«Non mi permetterei di intervenire in un ambito che non mi appartiene. Noi come organismo del ministero della Salute ci limitiamo a sostenere le politiche ambientali mettendo a disposizione i nostri dati scientifici. Stiamo raccogliendo i valori sulla qualità dell’aria per valutare l’impatto dell’inquinamento sulla salute pubblica e le malattie legate alle polveri sottili, le più pericolose perché composte da particelle infinitamente piccole».
Dunque, non è un’emergenza transitoria?
«È in atto un cambiamento epocale che richiede una modificazione anche nei comportamenti quotidiani di tutti noi, indicati nel decalogo pubblicato sul sito del ministero. Non saranno però sufficienti pochi giorni di pioggia per risolvere la crisi».
E i dati cosa indicano?
«Secondo quanto ci riportano i colleghi medici che lavorano in ospedale, lo smog sta creando problemi gravi di salute. Sono aumentati in questi giorni i casi di malattie vascolari e cardiocircolatorie acute, cioè legati all’emergenza in corso. Le polveri sottili irritano l’apparato respiratorio di persone predisposte e negli anziani. Poi ci sono i danni non immediati, a lunga scadenza, che possiamo solo stimare. Mi riferisco a patologie croniche anche mortali».
Nella riunione della scorsa settimana al ministero della Salute con l’Ambiente voi avete denunciato l’inutilità delle targhe alterne specie in una situazione compromessa come quella della Capitale. Eppure le decisioni hanno preso una piega diversa. Che ne pensa?
«È vero, le targhe alterne non bastano se il provvedimento non è accompagnato da altre misure incisive. Mi riferisco all’incentivazione del trasporto pubblico, alla chiusura degli impianti di riscaldamento nelle scuole durante il periodo festivo, alla collaborazione dei cittadini nell’utilizzare le caldaie per un numero limitato di ore e con un grado in meno di temperatura. Il primo responsabile dello smog però rimane il traffico in una percentuale pari al 50 per cento a Milano e al 70 per cento a Roma».
Le grandi capitali europee come si sono organizzate?
«Sono sicuramente più avanti di noi dal punto di vista delle contromisure. Parigi ha vietato la circolazione dei mezzi più inquinanti a benzina e diesel a partire dal 2017, Londra ha introdotto la “congestion charge”, un pedaggio per i conducenti di veicoli a motore in certe zone della città. È previsto anche l’obbligo, per l’apertura di un nuovo ufficio o una qualsiasi attività, di un patentino anti inquinamento».
Nel giardino dell’Istituto superiore di sanità, vicino alla stazione Termini, c’è una centralina di rilevamento in funzione dagli anni 70 che fa parte del sistema di monitoraggio nazionale. Nei giorni a targhe alterne avete rilevato miglioramenti dell’aria?
«Assolutamente no. Miglioramenti zero. Lo sforamento dei valori permane per l’intera giornata. Più efficace sarebbe il blocco totale, impopolare in una città che non ha mai investito sui trasporti pubblici e dove lasciare la macchina in garage diventa una buona azione civica spesso inattuabile visto che la rete di bus e metro è carente».
Allora professor Ricciardi, è venuto il momento di fare sul serio?
«In quarant’anni, l’aumento della temperatura è stato superiore a quello avvenuto negli ultimi tre secoli. È una svolta definitiva sul piano climatico, occorre intervenire energicamente con un programma strategico».