In Spagna il rebus del governo Rajoy: tocca a noi provarci
Anche il Psoe di Pedro Sánchez perde parlamentari: da 110 a 90, storicamente il suo peggior risultato. E riconosce la sconfitta «A chi vince spetta di formare il governo» ha commentato il leader felicitandosi, sportivamente, con il Pp e Rajoy, prima forza politica del Paese. Ma è un augurio un po’ maligno: emergono infatti, e diventano determinanti, le nuove formazioni. La sinistra populista di Podemos, si afferma come terzo partito con 69 seggi, contro i 4 ottenuti nel 2011: «Cambieremo il sistema elettorale, riformeremo la sanità e la Costituzione» ha annunciato, entusiasta, Pablo Iglesias. L’esordiente Albert Rivera, a capo di Ciudadanos, debutta al Congresso con 40 parlamentari: «È la prova che il centro politico in Spagna esiste» ha detto. Ma non pare comunque disposto ad alleanze di convenienza.
Se i conti non tornano a destra, la situazione è ancor più complessa a sinistra, dove neanche il Psoe riuscirebbe a totalizzare una maggioranza. I danni collaterali della tempesta elettorale ricadono in Catalogna sugli indipendentisti: la versione locale di Podemos, Comù Podem, diventa il primo partito della Catalogna. Si chiude un’epoca, si aprono le trattative.
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