Dall’aereo alla lavastoviglie ecco come inquiniamo il pianeta

Dall’aereo alla lavastoviglie ecco come inquiniamo il pianeta

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QUALCOSA si muove, nella lotta al clima che cambia. Se l’accordo di Parigi ha fornito il quadro diplomatico, un bisturi ancora piccolo ma incisivo sta cominciando a entrare in azione. Viene puntato – come sottolinea un imponente rapporto pubblicato da Bank of America Merrill Lynch per il vertice parigino – sui tasselli della vita quotidiana dei normali cittadini che più contribuiscono alle emissioni di anidride carbonica, dall’efficienza dei motori a quella di lampadine ed elettrodomestici. E sta diventando gradualmente più efficiente per il semplice motivo che il clima impazzito costa (4 trilioni di dollari negli ultimi 40 anni, secondo il rapporto). E che un investimento che nel mondo ha raggiunto i 300-350 miliardi di dollari all’anno per le tecnologie pulite, più altri 130-300 miliardi per l’efficienza energetica, può anche essere visto come un’opportunità di crescita economica.
Grazie a questi investimenti, un’auto prodotta in Europa oggi emette 124 grammi di anidride carbonica al chilometro. Nel 2000 erano 170 e si stima che nel 2020 arrivino a 95. Un aereo oggi brucia il 70% di carburante in meno rispetto agli anni ’70. E se l’aviazione contribuisce al 2-3,5% delle emissioni totali, non mancano le strategie per mitigare l’impatto del volo sull’ambiente. In media un chilometro in aereo costa per ogni passeggero 153 grammi di CO2 (il record fra i mezzi di trasporto). Ma le tratte lunghe possono scendere a 100 grammi, mentre quelle moltobrevi hanno picchi di 350 grammi.
Molto si può fare per ridurre l’impatto delle automobili (si stima che nel 2050 ne circoleranno 2 miliardi). In attesa che i motori ibridi ed elettrici prendano piede, il rapporto ha calcolato quanto inquina un’auto piccola con almeno due passeggeri a bordo (85 grammi di CO2 al chilometro) rispetto a un Suv con solo il conducente (350 grammi, come il più sporco degli aeroplani). L’impatto di un treno può passare da un livello vicino allo zero a uno di 170, a seconda di quanto sia spinta l’alta velocità e dei combustibili usati per produrre l’elettricità. Il mezzo di trasporto più pulito in assoluto – come cercano di far capire i sindaci in questi giorni – resta l’autobus. I mezzi cittadini hanno un impatto di circa 20 grammi a passeggero a chilometro, mentre i bus turistici possono superare i 100 grammi.
Se il trasporto è la fonte del 22% delle emissioni e nei motori viene bruciato il 55% del petrolio, la casa è un altro settore in cui i comportamenti e una politica industriale amici dell’ambiente stanno iniziando a incidere. La qualità e la classe energetica di un elettrodomestico fanno compiere escursioni molto ampie al suo potere inquinante.
Una lavatrice a 30 gradi senza centrifuga costa, in termini di CO2, solo un quarto rispetto a un lavaggio a 40 gradi con centrifuga. Mentre una lampadina tradizionale da 60W “bruciava” 39 grammi di anidride carbonica all’ora, la sua gemella a risparmio energetico porta il valore a 7 grammi, spiega un dossier informativo per il pubblico della Commissione Europea. Fino ad arrivare al frigorifero, che può balzare dai 94 ai 329 chili di CO2 emessi per un mese di funzionamento.
Saranno sottigliezze, di fronte alle 8 gigatonnellate di anidride carbonica sputate in aria ogni anno dalla Cina (Pechino nel 2005 ha superato gli Usa nella classifica dei paesi più inquinanti). Ma anche grazie alla sua riduzione dell’uso di carbone (che libera quasi il doppio di CO2 rispetto al gas), nel 2015 per la prima volta le emissioni sono diminuite in concomitanza con la crescita del Pil nel mondo.
Segno che verde e portafoglio (come ha intuito la banca americana) non sono inconciliabili.


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