by redazione | 18 Novembre 2015 11:32
(AGI) – Roma, 17 nov. – “Le scelte di tutti gli ultimi governi hanno amplificato le debolezzestrutturali del nostro sistema-Paese che ne hanno caratterizzato il declino
nei primi anni Duemila e che, nella crisi, hanno portato a registrare la
maggiore intensita’ recessiva tra tutti i principali Paesi
industrializzati”. Questa l’ opinione del segretario generale della Cgil,
Susanna Camusso, alla presentazione del Rapporto sui diritti globali 2015.
Per Camusso “le misure intraprese e le riforme avviate hanno solo indebolito
i lavoratori, i pensionati, la societa’ e peggiorato le prospettive delle
nuove generazioni. Negli ultimi sette anni, la disoccupazione, soprattutto
giovanile e femminile, ha raggiunto livelli inaccettabili. All’ insegna
dell’ euro-austerita’, i tagli alla spesa e le continue distorsioni del
sistema fiscale hanno rafforzato l’ alleanza fra profitti e rendite a
scapito del lavoro e della crescita del Paese. L’ Italia resta uno dei Paesi
piu’ diseguali del mondo e anche nel nostro Paese una stretta alla
democrazia che colpisce anche i corpi intermedi, e in particolare il
sindacato, getta un’ ombra sul futuro”. “Oggi piu’ che mai – conclude
Camusso – e’ indispensabile ridurre le diseguaglianze, ridare valore e
dignita’ al lavoro. Per farlo, serve una vera politica espansiva, con un
nuovo ruolo economico dello Stato e una rivitalizzata democrazia economica.
Serve il Piano del Lavoro elaborato e proposto al Paese dalla Cgil. Da parte
nostra, l’ impegno nel rinnovare rappresentanza e contrattazione ha come
scopo principale proprio quello di portare il Paese fuori dalla crisi, anche
per costruire un’ Europa forte e solidale”.
Ue: Rapporto diritti globali Cgil, rischio poverta’ per 122, 6 mln
(AGI) Roma, 17 nov. – Nella Ue ci sono 122,6 milioni di persone a rischio poverta’
ed esclusione. All’ inizio della crisi erano 116 milioni, vale a dire quasi
un europeo su 4. Alcuni Stati membri hanno percentuali ancora piu’
drammatiche come la Bulgaria (48%), Romania (40,4%), Grecia (35,7%),
Ungheria (33,5%), a fronte di percentuali tra il 15 e il 16% di Paesi come
Svezia, Finlandia, Olanda e Repubblica Ceca. L’ Italia registra il 28,4%,
dato superiore alla media europea, per un totale di 17,3 milioni di persone.
Lo scrive il Rapporto sui diritti globali 2015, promosso dalla Cgil ed edito
da Ediesse. A fronte di questo drammatico quadro – si legge nel Rapporto
– nel quadriennio 2008-2012 l’ Europa ha complessivamente disinvestito nel
welfare, con un taglio sulla spesa sociale europea di circa 230 miliardi.
Dal 2007 – prosegue il Rapporto – le Banche centrali di tutto il mondo hanno
aumentato la quantita’ di moneta da 35mila a 59mila miliardi di dollari. Una
liquidita’ che non e’ ‘ sgocciolata’ sulle famiglie e sulle piccole imprese,
a causa della “sciagurata politica dell’ austerity che ha creato ingiustizia
sociale”. Ottanta super-ricchi possiedono la stessa ricchezza del 50% piu’
povero della popolazione mondiale.
Ue: Rapporto diritti globali Cgil, rischio poverta’ per 122,6 mln (2)=
(AGI) – Roma, 17 nov. – “Il titolo scelto per l’ Expo 2015 – prosegue il
Rapporto – ha posto il tema del cibo all’ attenzione mondiale. Ma ha
sostanzialmente eluso la riflessione e l’ analisi sul modello attuale della
produzione e consumo alimentare e sui rischi futuri, accentuati dai trattati
commerciali in corso, orientati agli interessi delle grandi corporation e
favoriti dal grande investimento che viene fatto per promuovere il lobbismo,
a tutto danno della correttezza e trasparenza delle decisioni politiche e
dei diritti di cittadini e consumatori. Basti dire che nel 2013, solo negli
USA, il settore finanziario ha speso oltre 400 milioni di dollari per fare
lobby, mentre nell’ Unione Europea la cifra stimata e’ di 150 milioni di
dollari. Sulla questione alimentare, infatti, si confrontano, anzi si
scontrano, due paradigmi: l’ agricoltura delle multinazionali, che si
appropriano di intere regioni mondiali e le avvelenano con uso intensivo di
pesticidi e fertilizzanti, cercando di imporre ovunque anche gli Organismi
Geneticamente Modificati, e quella dei piccoli contadini, che coltivano nel
rispetto dell’ ecosistema e delle biodiversita’. L’ agricoltura industriale,
pur producendo solo il 30% del cibo consumato a livello mondiale, viceversa,
e’ responsabile del 75% del danno biologico a carico del pianeta, compresa
l’ emissione, attraverso l’ impiego di combustibili fossili, del 40 per
cento dei gas serra, causa di quel riscaldamento climatico che sta
devastando e desertificando i territori e pregiudicando il futuro del
pianeta e delle prossime generazioni. Anche quella per il cibo, e per l’
acqua, insomma, e’ diventata una forma di guerra contro interi popoli e i
poveri delle aree geografiche vittime di forme, vecchie e nuove, di
colonialismo; come anche il cosiddetto land grabbing, il crescente fenomeno
di accaparramento delle terre. Popoli e poveri la cui qualita’ di vita e la
stessa sopravvivenza sono compromesse da logiche unicamente orientate al
massimo profitto e alla speculazione finanziaria. Logiche che, tuttavia, non
riguardano e colpiscono piu’ solo i Sud del mondo, ma gli stessi paesi
industrializzati e, in primis, l’ Europa, al centro ai grandi interessi
soggiacenti al Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP), il
Trattato commerciale di libero scambio le cui trattative segrete sono in
corso tra Stati Uniti e Unione Europea”.
Ue: Rapporto diritti globali Cgil, rischio poverta’ per 122, 6 mln (3)
(AGI) – Roma, 17 nov. – Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil, nel
presentare il Rapporto sui diritti globali 2015, sottolinea che “la piu’
grave crisi economica dal secondo dopoguerra non e’ finita. La variazione
del pil non fornisce sufficienti indicazioni di una seppur debole ripresa.
In Europa la crisi si e’ moltiplicata soprattutto per le scelte sbagliate
della governance economica europea, i cui percorsi democratici sono stati
forgiati su un’ architettura istituzionale troppo fragile. I trattati, le
istituzioni e le politiche europe sono divenuti insostenibili dal momento in
cui e’ stata scelta l’ austerita’ come strategia per affrontare la crisi:
rigore dei conti, riduzione del perimetro pubblico, tagli alla spesa,
ridimensionamento del welfare, alta dosoccupazione strutturale, svalutazione
competitiva dei salari e del lavoro. Basterebbe l’ onesta’ intellettuale di
un’ analisi rigorosa per comprendere il fallimento di una tale strategia.
All’ insegna dell’ euro-austerita’, i tagli alla spesa e le continue
distorsione del sistema fiscale hanno rafforzato l’ alleanza tra profitti e
rendite a scapito del lavoro e della crescita del Paese. Oggi e’ piu’ che
mai indispensabile ridurre le disuguaglianze”. Alla presentazione del
Rapporto sono intervenuti tra gli altri Sergio Segio, Don Luigi Ciotti, Don
Armando Zappolini, Danilo Barbi. (AGI) Mal 171453 NOV 15 NNN
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