Che gufi questi tecnici: un dossier demolisce la legge di stabilità
Li chiamano dubbi. Si leggono come provvedimenti senza copertura. Li hanno scritti, nero su bianco, i tecnici del servizio bilancio di camera e Senato sulla legge di stabilità del governo Renzi in un dossier presentato ieri al parlamento. Una volta concluso il check-up sulla finanziaria della «svolta» renziana con il «segno più», tutte le certezze sull’abolizione della Tasi, sui tagli alla sanità, sul canone Rai, sulle norme sui giochi, le aliquote Iva e la «volutary disclosure» vengono meno. Poche certezze restano anche sulla platea dei beneficiari degli sgravi contributivi per il Jobs Act e si avanzano dubbi micidiali sul blocco del turn-over nella pubblica amministrazione al 25%. A rischio è la tenuta dei servizi pubblici.
Sui fondamenti della manovra 2016 ieri si è allungata l’ombra dei conti che non tornano, a pochi giorni dal severo giudizio dei custodi dell’austerità di Bruxelles. La prima bomba sui fragili conti del governo è sul fisco: eliminare Tasi e Imu agricola e compensarle con l’aumento del fondo di solidarietà comunale «può determinare un irrigidimento dei bilanci in quanto si limita la possibilità di manovra dei comuni a valere sulle proprie entrate a scapito della voce maggiormente rigida e fissa del fondo in esame» scrivono i tecnici. Per «irrigidimento dei bilanci» si può anche intendere: avviamento al default degli enti locali. Veniamo ai tagli alla sanità: «Si rischiano tensioni» si legge nel dossier. In realtà ci sono in ballo 17 miliardi di euro di tagli previsti per le Regioni nel 2017–2019. Al ministero dell’economia li chiamano: «contributi per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica”. Il sinonimo è «risparmi». Nel mondo reale si chiamano tagli che metteranno a rischio le regioni, come ha ricordato ieri il presidente dimissionario della conferenza delle Regioni Chiamparino. E, soprattutto, il Servizio Sanitario Nazionale. Per il 2016 (articolo 32 del Ddl) ci saranno tagli da 1.783 milioni di euro; 3.980 milioni di euro per il 2017; 5.480 milioni di euro per il 2018 (articolo 34), ricorda il senatore della minoranza Pd, Federico Fornaro.
Anche sul canone Rai nella bolletta elettrica non c’è tregua per Renzi e Padoan. Nel dossier i tecnici chiedono dati «aggiornati in tema di evasione/inadempimento e morosità» sia sul canone sia della bolletta elettrica, per «escludere eventuali ricadute sul gettito in dipendenza del grado di morosità nel pagamento delle utenze elettriche». Dalla Corte dei conti ai dovrebbero acquisire informazioni sulla morosità sulle bollette elettriche per escludere ricadute sul gettito del canone. Sulla previsione di incasso di un miliardo di euro dal gioco d’azzardo i tecnici dubitano sul carattere prudenziale della stima avanzata dal governo. «Non appare affatto certo» che la raccolta da video lotterie e slot resti uguale agli scorsi anni, ma anzi, è possibile che l’aumento del Preu (prelievo erariale unico) «possa nei fatti incidere, almeno in parte, sui comportamenti dei vari componenti della filiera» che potrebbero «decidere di ridurre ovvero interrompere — magari trasferendola in altri Paesi — la propria attività». Non sono certi i 500 milioni che sarebbero stati incassati dallo Stato biscazziere l’anno scorso. Gli aderenti alla sanatoria dei punti gioco sono stati inferiori rispetto al previsto: 2.200 a fronte dei 3.500 ipotizzati dal tesoro. L’incasso preventivato da 187 milioni è inferiore. L’incertezza riguarda anche i 500 milioni di maggiori entrate da scommesse, Bingo e Gioco a distanza per il 2016: incassi che non appaiono «realizzabili in modo certo» perché dipendono da una molteplicità di fattori.
Sulla proroga degli sgravi per i neo-assunti del Jobs Act «è ipotizzabile una sottostima della platea dei beneficiari». Viste le risorse stanziate, potrebbero riguardare circa 30 mila lavoratori. La platea sarebbe sottostimata. I tecnici chiedono al governo di pronunciarsi sul «valore dello sgravio medio» chiarendo «se possa ritenersi ispirato a criteri di sufficiente prudenzialità». Nessuna certezza sulla «effettiva praticabilità» dei tagli da 48 milioni ai patronati, che hanno sollevato la protesta. E poi la bomba che finirà per rialzare gli strali della minoranza Pd: l’aumento del tetto del contante da mille a 3 mila euro. Ci sono stati «reiterati interventi nel breve periodo» con «procedere in direzioni talvolta contrapposte». Per questo caos, al momento, non è possibile valutare l’impatto e le conseguenze sui saldi di finanza pubblica. Quando la realtà è più forte dell’ottimismo. Che gufi questi tecnici.
*** Dossier tagli alla Sanità
Sanità agli sgoccioli per tagli (21 gennaio 2015)
La Camera ha votato 2,35 miliardi di tagli alla Sanità (5 agosto 2015)
Tagli alla sanità, pazienti doppiamente fregati (7 agosto 2015)
Le Regioni: «Basta tagli alla sanità» (11 settembre 2015)
Lo strappo delle regioni sulla Sanità. E spunta l’aumento di tasse e ticket (23 ottobre 2015)
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