Ma non è solo la casa a turbare i sonni dei contribuenti: la Cgia di Mestre ha calcolato che ogni italiano paga ogni anno un centinaio di tasse. Un lungo elenco di voci che include balzelli di natura varia, addizionali, accise, imposte, sovraimposte, tributi, ritenute. Il saldo medio è di 8 mila euro a testa che sale a 12 mila se si considerano anche i contributi previdenziali.
All’analisi il premier Renzi ha risposto con un tweet: «Se cercate un premier che alza le tasse, o cambiate premier, o si cambia Paese» ha scritto, rilanciando uno dei passaggi-chiave del suo intervento all’assemblea dei parlamentari Pd di martedì scorso e linkando il sito del “Foglio” che lo riportava integralmente.
Ma di case e tasse si parla molto anche nella valanga di emendamenti presentati alla legge di Stabilità. Ieri, scaduto il termine di presentazione alla Commissione Bilancio del Senato, se ne contavano 3.500, avanzati sopratutto da Pd, Movimento 5 Stelle e Forza Italia. Più o meno 900 dalla maggioranza e 2.600 dall’opposizione: ora dovranno passare al vaglio dell’esame di ammissibilità. Fra domani e martedì anche il governo dovrebbe presentare i suoi emendamenti: nel pacchetto potrebbe trovare spazio l’anticipo del taglio Ires per il Sud (nel resto dell’Italia entrerebbe in vigore dal 2017) o uno sgravio più generoso per gli assunti nel Mezzogiorno. Non ci saranno modifiche sul tetto innalzato da mille a tremila euro – Renzi si è detto pronto a mettere la fiducia – ma ci potrebbe essere qualche correzioni sul money transfert.