Aziende, welfare alla tedesca utili ai lavoratori tassati al 10%

Aziende, welfare alla tedesca utili ai lavoratori tassati al 10%

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Mini-tasse per le aziende che scelgono di condividere gli utili con i dipendenti. È la novità più forte del pacchetto sul welfare aziendale, rilanciato e semplificato, che il governo ha inserito nella legge di Stabilità. Il modello tedesco fa dunque capolino anche nelle relazioni industriali del nostro Paese. Con lo scopo di spingere produttività e salari, soprattutto attraverso la contrattazione territoriale. L’articolo 12 della finanziaria, da poco arrivata in Senato, prevede proprio la possibilità di coinvolgere i lavoratori nella vita delle aziende. Fino a premiarli, se le cose vanno bene. Così dal 2016 gli utili potrebbero finire in busta paga tassati al 10%, anziché con le aliquote ordinarie Irpef. Trattati insomma alla stregua del premio di produttività, nato nel 2008 e rifinanziato di anno in anno, eccetto il 2015, con il disappunto di molte imprese. Premio che ora diventa strutturale e si amplia, a fronte di un tetto più basso: si può arrivare fino a 2 mila euro soggetti al mini-prelievo (da 3 mila nel 2014), ma vi possono accedere tutti coloro che guadagnano fino a 50 mila euro lordi annui (da 40 mila). Operai, certo. Ma anche impiegati e quadri. Il premio si assegna solo in presenza di un aumento di produttività misurabile, novità anche questa, ma il come è appeso al solito decreto attuativo. Va detto poi che il premio impatta sull’Isee (il tentativo di renderlo neutro è stato stoppato presumibilmente dall’Inps).
Se azienda e sindacati concordano, dunque, nel pacchetto si può anche inserire la partecipazione agli utili (e qui non occorre misurare, l’utile o c’è o non c’è). Una prima assoluta in Italia, al punto tale che non si esclude di rendere il benefit ancora più appetibile nel corso dell’iter parlamentare, detassandolo del tutto o alzando il tetto a 2.500 euro. In altri termini, gli utili sarebbero trattati come i voucher aziendali: zero tasse. L’altra novità dell’articolo 12 riguarda proprio questi servizi- bonus, sin qui adottati per lo più dai grandi gruppi. Le strozzatoie fiscali ora vengono eliminate, a fronte di un raggio d’azione più ampio. Non solo asili nido, borse di studio e “colonie climatiche”, come ancora riporta il desueto testo di legge attuale. Ma ogni tipo di centro estivo e invernale, mense, scuola d’infanzia, ludoteche e – importante novità – assistenza a parenti disabili o anziani. E se prima la fungibilità faceva saltare l’esenzione totale dalle tasse, ora no: il lavoratore potrà scegliere se avere tutto il premio in denaro oppure in servizi o ancora in formula mista (utili compresi). Dal canto suo, l’azienda potrà deliberare il premio in modo volontario o dietro accordo sindacale. Una doppia scelta già oggi possibile, ma nel primo caso non conviene all’azienda (premio dedotto solo in minima parte, sebbene esentasse per il lavoratore), nel secondo al dipendente (premio tutto tassato, seppur dedotto integralmente dall’imprenditore). «Il bonus ora vale a prescindere: mai tassato, sia nel primo che nel secondo caso », conferma Francesco delli Falconi, esperto tributarista. «Si amplia la gamma di servizi e si incentiva la contrattazione di secondo livello». La misura costa 433 milioni per il 2016, circa 585 milioni all’anno dal 2017, coperta da risorse già esistenti per le aziende.


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