Is, Putin pronto a collaborare con gli Usa. E la Merkel manda i Tornado

by redazione | 27 Novembre 2015 10:05

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ANAIS GINORI, la Repubblica
PARIGI. Più che una “grande coalizione”, sta nascendo un “coordinamento” internazionale contro l’Is. E’ il risultato di una settimana di frenetici negoziati che hanno portato François Hollande a viaggiare tra Washington a Mosca, organizzando anche colloqui con i leader europei. Tappa finale del tour diplomatico, provocato dagli attentati del 13 novembre, l’atteso incontro tra il presidente francese e Vladimir Putin. In un momento di escalation, dopo l’abbattimento del caccia russo da parte della Turchia, Putin ha dato qualche segno distensivo all’Occidente, promettendo una «più stretta cooperazione» tra i paesi che combattono contro il Califfato. «È il nostro nemico comune» ha riconosciuto il presidente russo, senza concedere molto altro al leader francese.
Ma la riapertura di un dialogo con Mosca è considerata già un primo successo, dopo il lungo isolamento diplomatico per la crisi ucraina. Putin e Hollande hanno parlato a lungo, dandosi del “tu”. Piccoli gesti per dimostrare che qualcosa si sta muovendo e una nuova alleanza inizia a prendere forma. Il risultato più importante dal punto di vista francese è la disponibilità del premier britannico David Cameron che ha chiesto l’autorizzazione al parlamento per i raid aerei contro l’Is. Se la Camera dei Comuni voterà in favore della proposta, la Gran Bretagna diventerà il quindicesimo paese della coalizione che partecipa ai bombardamenti sulla Siria. L’Eliseo mostra soddisfazione anche per il maggior impegno annunciato dalla Germania. Angela Merkel ha promesso di inviare Tornado e una nave da guerra, oltre a 650 soldati in Mali per appoggiare Parigi.
Ieri Matteo Renzi è arrivato nella capitale francese per rinnovare l’impegno dell’Italia in una strategia globale contro il terrorismo. Il presidente del Consiglio appoggia i negoziati per una «coalizione sempre più ampia», ma ha ribadito la necessità di un approccio che non sia solo militare. «Siamo impegnati a livello militare, in molti casi con la Francia – ha detto Renzi e penso al Libano ma non solo: anche all’Iraq, alla Siria, Afghanistan, Kosovo e Africa ». Il contributo dell’Italia resta, ma senza un cambio sostanziale di passo. Renzi ha chiesto un maggiore scambio delle informazioni di intelligence all’interno dell’Ue. «È la lezione più importante che si può trarre dagli attentati del 13 novembre ». Dopo l’incontro all’Eliseo, il premier è andato alla Sorbona, dove studiava Valeria Solenni, rinnovando il suo appello in favore della cultura per combattere il terrorismo, ed evitare così che ragazzi nati e cresciuti in Europa si trasformino in macchine da guerra. «Per ogni euro investito in sicurezza ce ne vuole uno investito in cultura» ha spiegato Renzi, salutato da una standing ovation degli studenti.
Il ruolo di negoziatore di Hollande tra Mosca e Washington appare ancora in salita. Dopo gli attentati di Parigi, Putin ave- va offerto piena collaborazione militare alla reazione di Hollande, ordinando allo stato maggiore di coordinarsi con quello francese e alla flotta russa sulla costa siriana di prendere contatti con la portaerei Charles de Gaulle. Un primo passo verso una possibile nuova alleanza anti-Is. Ieri sera il leader del Cremlino ha confermato a Hollande che la Russia è «disposta a cooperare con la Francia», apprezzando i suoi sforzi per creare una larga coalizione. Anche a guida americana.«Noi siamo pronti per questo lavoro comune», ha sottolineato Putin. «Ora è arrivato il momento di assumersi la responsabilità di quanto sta accadendo » ha ribadito Hollande durante la visita a Mosca. Quattro giorni fa a Washington, il presidente francese si è trovato davanti un prudente Barack Obama. La coalizione a guida americana continua a chiedere a Mosca di concentrarsi su obiettivi Is evitando attacchi ai gruppi della cosiddetta opposizione moderata. Gli Usa sono allarmati dal dispiegamento nella base russa di Latakia dei missili anti aerei S-400, che ora rendono Mosca padrona dei cieli siriani. Intanto la Russia accusa Washington di «continuare a giocare con le sanzioni invece di consolidare gli sforzi nella lotta alle minacce comuni», condannando le recentissime sanzioni ad alcune società e cittadini russi «con un nesso inspiegabile alla situazione in Siria».
L’altro punto che blocca un’ipotesi di alleanza con la Russia è il futuro di Bashar al Assad. Di fronte a un Putin contrario ad ogni ingerenza esterna sul futuro della Siria, Hollande ha messo in sordina la richiesta di una partenza al più presto di Assad. Molte, dunque, ancora le divergenze che pesano sulla creazione di una coalizione unica che includa Mosca. L’abbattimento del jet russo da parte di una Turchia, membro della coalizione a guida Usa, ha aggravato la situazione: Putin non ha esitato a dipingere il governo di Istanbul come complice dell’Is, esigendo scuse che Erdogan pretende a sua volta dal presidente russo.
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