Traffico intenso nel Medi­ter­ra­neo listato a lutto

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Immigrazione. Ancora un naufragio, questa volta al largo dell’isola greca di Lesbo: muoiono un bambino di due anni e una donna. Risultano disperse altre undici persone. Nel frattempo continuano gli sbarchi sulle nostre coste: 351 migranti a Reggio Calabria e 667 ad Augusta

“E in que­sto momento in cui vediamo tanti pic­coli che ten­tano i viaggi della spe­ranza il Papa vi chiede di pre­gare per loro la Madonna di Lour­des”, così ieri Fran­ce­sco si è rivolto ai bam­bini in pel­le­gri­nag­gio di pace. E in quel momento, davanti all’isola greca di Lesbo, un bam­bino di due anni è morto anne­gato insieme ad una donna di tren­ta­cin­que anni. Forse sua madre, forse no. Viag­giava su un gom­mone par­tito dalla Tur­chia e diretto in Europa che si è ribal­tato per il forte vento, raf­fi­che a forza sei. I super­stiti sono stati sal­vati dalla guar­dia costiera greca, qua­ran­ta­sette per­sone. All’appello però ne man­ca­vano altre undici. Stando così le cose, l’aggiornamento è pre­sto fatto: secondo l’Organizzazione inter­na­zio­nale delle migra­zioni (Oim) dall’inizio del 2015 fino al 29 set­tem­bre nel mar Medi­ter­ra­neo sono morte 2.892 per­sone, da ieri sono 2.905. Poco dopo quest’ultimo nau­fra­gio un’altra barca in dif­fi­coltà è stata aggan­ciata nello stesso spic­chio di mare e per for­tuna tutte e qua­ranta le per­sone a bordo sono state tratte in salvo da un’altra imbar­ca­zione della guar­dia costiera.

In que­sti giorni c’è un grande traf­fico anche al largo delle coste tur­che. Ieri novan­ta­sette per­sone sono state sal­vate al largo della costa della pro­vin­cia nord occi­den­tale di Canak­kale. Tutti siriani tranne un con­go­lese. Erano saliti a bordo di un’imbarcazione che al mas­simo avrebbe potuto con­te­nere venti per­sone. Sono salvi per caso. Secondo l’ufficio del gover­na­tore di Izmir solo negli ultimi dieci giorni le navi della marina hanno soc­corso 3.500 rifu­giati in 134 ope­ra­zioni di sal­va­tag­gio. Tra quelli che ieri non ce l’hanno fatta a rag­giun­gere l’Europa biso­gna segna­lare anche gli otto tuni­sini bloc­cati al largo di Keli­bia (sud di Tunisi) su un’imbarcazione con due motori fuo­ri­bordo. Sem­pre ieri il mini­stro degli Interni tuni­sino ha annun­ciato di aver “sven­tato” un altro ten­ta­tivo di tra­ver­sata con qua­ranta per­sone a bordo (due gli sca­fi­sti arrestati).

Il bol­let­tino delle migra­zioni, come ogni giorno, ci riguarda molto da vicino. Non se ne accor­ge­ranno in molti, ma oggi nel porto di Reg­gio Cala­bria attracca la nave Bour­bon Argos con a bordo 351 per­sone (263 uomini, 85 donne di cui una incinta e tre mino­renni). Numeri che ormai non impres­sio­nano più (forse meno male) cui biso­gna aggiun­gere lo sbarco avve­nuto l’altro ieri ad Augu­sta, nel sira­cu­sano (667 migranti, tra cui due fer­mati con l’accusa di aver orga­niz­zato il viag­gio). Ce n’è abba­stanza allora per aggior­nare anche il dato for­nito ieri dal mini­stro degli Interni Ange­lino Alfano secondo cui dall’inizio dell’anno ad oggi sono sbar­cati in Ita­lia 130.577 migranti, 8 mila in meno dell’anno scorso (ad oggi però sono già diven­tati 131.595).

A que­sto flusso costante — l’anno scorso gli sbar­chi sono stati di più — l’opinione pub­blica e la poli­tica ci hanno fatto l’abitudine. Il punto adesso sarà gestire al meglio l’accoglienza nel pieno rispetto dei diritti umani. Il mini­stro Alfano, sen­tito dalla com­mis­sione Shen­gen, ieri ha fatto il punto pro­prio sull’accoglienza. L’obiettivo sarebbe orga­niz­zarla in pic­cole realtà in ogni comune ita­liano, ma fino ad ora solo 500 comuni ita­liani su 8.100 hanno dato la loro dispo­ni­bi­lità ad ospi­tare pro­fu­ghi. L’idea sarebbe quella di riu­scire ad allog­giarne almeno 40 mila entro la fine del 2016. Ma c’è un’altra sca­denza molto più pre­oc­cu­pante desti­nata pro­ba­bil­mente a mostrare il vero volto dell’Europa: entro fine novem­bre, ha annun­ciato il mini­stro, apri­ranno i cosid­detti “hotspots”. Sono nuove strut­ture con­cen­tra­zio­na­rie desti­nate a con­te­nere — non si sa per quanto tempo e con quali regole — molti migranti che prima o poi ver­ranno rispe­diti a forza nei paesi di pro­ve­nienza in base all’insensato cri­te­rio che distin­gue i migranti “eco­no­mici” da coloro che fug­gono da paesi in guerra. Que­sta, pro­ba­bil­mente, è la brutta sto­ria ancora tutta da scrivere.

Quest’altra, invece, farà pia­cere anche a Papa Fran­ce­sco. La rac­conta la Marina Mili­tare ita­liana per smen­tire alcune mal­di­cenze, invo­cando l’articolo 203 del codice della navi­ga­zione: il Coman­dante dell’Unità ha rego­lar­mente cer­ti­fi­cato la nascita della bam­bina nata lo scorso 4 mag­gio a bordo del pat­tu­glia­tore Bet­tica. La pic­cola Fran­ce­sca Marina è dei nostri.



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