Poste, prende il largo la privatizzazione Caio: 8000 assunzioni

Poste, prende il largo la privatizzazione Caio: 8000 assunzioni

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MILANO . Primo giorno di collocamento per Poste spa. La più grande Ipo d’Italia e d’Europa, nel 2015, è ufficialmente partita ieri, con l’avvio del collocamento dei titoli presso il retail e presso gli investitori istituzionali. E’ stato il vertice stesso del gruppo – dal presidente Luisa Todini, all’amministratore delegato Francesco Caio all’azionista-venditore, al Mef, attraverso il capo della segreteria tecnica del ministero Fabrizio Pagani – a presentare a Piazza Affari l’operazione.
«Poste italiane va in Borsa, quella che dieci anni fa era l’azienda conservatrice più corporativa e succube della politica, risponderà agli azioni e al mercato. Anche questo è cambiare verso» ha commentato su Facebook il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Sbarcherà in Borsa un colosso da 13 mila uffici postali, 142 mila dipendenti, 28 mila “postini telematici ” ; una società che già nel 1865 aveva un’impiegata donna, ha ricordato ieri Todini, mentre l’amministratore delegato ha sottolineato che la quotazione «mette sicuramente Poste, ma io direi l’Italia, al centro del mondo e dell’attenzione degli investitori ».
L’ad ha confermato anche il piano di 8.000 assunzioni fino al 2020 «già avviate», mentre fuori della Borsa uno sparuto gruppo di dipendenti protestava contro la privatizzazione. Che ieri ha trovato altre voci critiche: «Abbiamo sempre detto che privatizzare le grandi aziende per fare cassa è una scelta discutibile », ha detto Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. Contrari anche Sel e Adusbef, mentre Pagani ha sostenuto che la quotazione di Poste porterà il gruppo «a diventare un campione nazionale ancora più di quanto lo sia ora», al pari di quanto è accaduto con la privatizzazione di Enel ed Eni. L’amministratore delegato infine ha ricordato la Comfort letter della Commissione europea sul Contratto di programma tra società e Mef, un passaggio propedeutico al disco verde definitivo (atteso entro fine anno) e necessario per archiviare il rischio degli aiuti di Stato sui trasferimenti a Poste per il Servizio postale universale.
(vi.p.)


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