MOSCA. A guastare la festa degli alti comandi russi arriva una notizia scioccante da fonti del governo degli Stati Uniti: almeno quattro dei ventisei missili da crociera lanciati mercoledì sulla Siria dalle navi russe nel Mar Caspio, sarebbero finiti fuori rotta e poi caduti, con danni da verificare, sul territorio dell’Iran schierato al fianco della Russia nella sua campagna di Siria. Un’onta per il ministero della Difesa di Mosca che sui modernissimi ordigni Kalibr di fabbricazione nazionale aveva costruito uno show mediatico di grande effetto ad uso esterno e interno. La smentita arriva dopo un’ora di concitata riflessione: «Tutti i nostri missili hanno raggiunto i loro obiettivi in Siria». Ma qualche dubbio resta. Succede così che, mentre il ministro degli Esteri Sergej Lavrov e il suo omologo americano John Kerry si sono sentiti ancora una volta al telefono alla ricerca di un possibile coordinamento anti- Is, le polemiche e le minacce reciproche raggiungono sempre più alti punti di tensione. La Nato, che ancora non ha digerito la violazione russa dello spazio aereo turco, chiede ad Ankara di mantenere «pronti all’uso», i missili anti-aereo Patriot e addirittura si dice pronta a «dislocare in Turchia altre forze aeree dell’Alleanza ». Il capo della Difesa Usa, Ash Carter fa di peggio: elenca gli errori dei russi toccandoli nel vivo e definendo la loro azione militare unprofessional . Non professionale e pure scorretta, secondo il ministro, visto che le azioni degli aerei russi e il lancio dei missili da crociera sarebbero serviti a coprire un’azione dell’esercito di Assad contro le opposizioni “moderate”, legate sì ad Al Qaeda, ma in qualche modo filo occidentali.
Lo sbrindellato esercito del Presidente siriano ha in effetti tentato un’avanzata nella zona che circonda la base russa di Latakia e sulle alture di Jub al Ahmar considerate strategicamente fondamentali e che bisogna “mettere in sicurezza” se si vuole proteggere adeguatamente le nuove installazioni dell’aviazione di Mosca. Il combattimento però non è stato un successo. Molte e gravi sarebbero le perdite, compresi quattro o cinque vecchi tank di fabbricazione sovietica. Un fallimento che rende la situazione ancora più difficile. I russi hanno bisogno di Assad politicamente e militarmente. E fino a quando non saranno sicuri di averlo rafforzato adeguatamente continueranno a colpire, oltre che il “nemico comune” Is, anche tutte quelle guerriglie armate che in qualche modo ne minacciano la solidità. E si torna all’eterno problema di questa strana guerra in cui il nemico è ben definito ma gli alleati sono incerti e in plateale disaccordo. Gli oppositori siriani vicini agli Usa continuano ad accusare i russi di attaccare solo loro e denunciano stragi di civili con documentazioni e filmati che non danno però certezze assolute.
Intanto Mosca non si ferma. I raid aerei continuano. Oggi ce ne sono stati 22 nella provincia di Homs su 27 obiettivi che, nelle dichiarazioni ufficiali, erano «solo attrezzature e quartier generali del Califfato». Per lanciare ancora una volta i missili da crociera, invece, si attende. Costano più di mezzo milione di dollari l’uno e non è il caso di esagerare. Tra le tante preoccupazioni dei russi davanti alla nuova guerra di Putin, comincia infatti a prendere corpo un’altra paura: quanto graverà tutto questo sul disastro economico che stiamo vivendo?
Ma ho letto bene????
>>…le azioni degli aerei russi e il lancio dei missili da crociera sarebbero serviti a coprire un’azione dell’esercito di Assad contro le opposizioni “moderate”, legate sì ad Al Qaeda, ma in qualche modo filo occidentali.<<
OPPOSIZIONI "MODERATE" LEGATE AD AL QAEDA MA **FILO OCCIDENTALI**????????
Al Qaeda filo occidentale??? Gli USA e la NATO alleati dei terroristi di Al Qaeda contro i terroristi dell'Isis??
Mi sono perso io qualche passaggio storico forse, oppure uno sbaglio dell'autore dell'articolo?
Attendo spiegazioni, grazie.
Fabio