Il presidente portoghese ha deciso, governo a Pas­sos Coelho

Il presidente portoghese ha deciso, governo a Pas­sos Coelho

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Portogallo. L’incarico va al centrodestra pro austerity ma è un esecutivo di minoranza. L’Europa può tirare un sospiro di sollievo in vista delle elezioni spagnole. Sinistre sulle barricate: approveremo la sfiducia alla prima occasione utile

LISBONA. Final­mente, dopo giorni di attesa, ieri in tarda serata il pre­si­dente della repub­blica por­to­ghese Anni­bal Cavaco Silva ha annun­ciato quella che, molto pro­ba­bil­mente, è stata la deci­sione più dif­fi­cile del suo dop­pio quin­quen­nato. Non stu­pi­sce, date le inco­gnite e la deli­ca­tezza della deci­sione, ci siano voluti quasi venti giorni. Alla fine il nome è: Pedro Pas­sos Coelho.

Molte le ragioni alla base dei ten­ten­na­menti del pre­si­dente e, peral­tro, molte sono state le opzioni sul suo tavolo. Va anche spe­ci­fi­cato che, con­tra­ria­mente a quanto suc­cede in Ita­lia, in Por­to­gallo il governo non ha biso­gno della fidu­cia espli­cita del par­la­mento per entrare in funzione.

Dal 1976 a oggi vari sono stati i governi di mino­ranza, tra cui uno nomi­nato dallo stesso Cavaco Silva: quello del socia­li­sta José Socra­tes (2009–2011).

Come abbiamo visto le pres­sioni interne e inter­na­zio­nali sono state for­tis­sime. Molti mem­bri del Par­tito Popo­lare Euro­peo, riu­nito in que­sti giorni a con­gresso a Madrid, hanno accu­sato i socia­li­sti di lavo­rare per costruire una alleanza di per­denti e di estre­mi­sti. Come sem­pre si minac­cia lo spet­tro della reces­sione, della cre­scita dei tassi di inte­resse e della fuga degli inve­sti­tori, ma in realtà si teme il con­ta­gio di quella che si annun­cia essere una nuova for­mula poli­tica. Già, evi­den­te­mente lo spet­tro lusi­tano si aggira per tutto il con­ti­nente. Tra i più pre­oc­cu­pati c’è sicu­ra­mente il pre­mier spa­gnolo Mariano Rajoy e infatti i media spa­gnoli hanno seguito gli avve­ni­menti del loro vicino con gran­dis­sima atten­zione. Con le ele­zioni poli­ti­che alle porte è evi­dente come il vento esquer­di­sta possa facil­mente spi­rare da ovest verso la Spa­gna. Intanto si riu­nirà que­sta mat­tina per la prima volta il ple­na­rio della tre­di­ce­sima legi­sla­tura. I numeri esatti su cui pos­sono con­tare i par­titi sono que­sti: Coli­gação (l’alleanza di cen­tro destra Par­tido Social Demo­crata Psd e Cen­tro Demo­crata e Social Par­tido Popu­lar Cds-Pp) 107 depu­tati su 230 (-9 dalla mag­gio­ranza di 116), Par­tido Socia­li­sta (Ps) 86, Be 19 e Pcp 17 (+8).

L’accordo tra Par­tido Comu­ni­sta Por­tu­guês (Pcp), Bloco de Esquerda (Be) e Ps è stato sostan­zial­mente con­cluso. Anche se, al momento, i det­ta­gli non sono ancora noti, si sa che i tre hanno dovuto cedere molto sui rispet­tivi programmi.

L’unica cosa di cui si è certi è che il primo obiet­tivo è quello di con­tro­bi­lan­ciare poli­ti­che che in que­sti anni hanno for­te­mente pre­giu­di­cato i ceti più deboli del paese.

Il fatto che la scelta sia rica­duta sul centro-destra non signi­fica che tutte le trat­ta­tive siano state inu­tili, anzi.

I tre lea­der della sini­stra, Cata­rina Mar­tins, Jero­nimo de Sousa e Anto­nio Costa hanno già avver­tito che sfi­du­ce­ranno il nuovo ese­cu­tivo non appena pos­si­bile obbli­gando quindi il capo dello stato a nomi­nare un nuovo primo ministro.



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