Fca alza le paghe a 29 dollari l’ora scongiurato lo sciopero Usa

by redazione | 9 Ottobre 2015 11:17

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TORINO. L’accordo è arrivato alle 23,41 di ieri notte in America, 18 minuti prima della scadenza dell’ultimatum che avrebbe fatto scattare il primo sciopero a Detroit dal 2007. E’ un secondo tentativo di intesa quello raggiunto dai vertici di Fca e da Dennis Williams, numero uno del sindacato Uaw. La sua prima trattativa con Sergio Marchionne che aveva prodotto il primo tentativo di accordo due settimane fa, si era conclusa con la bocciatura nelle fabbriche: due lavoratori Chrysler su tre avevano detto no a un’intesa giudicata troppo favorevole all’azienda perché non eliminava la differenza tra le paghe dei nuovi assunti e qulle dei lavoratori senior.
Con la minaccia di sciopero in tasca Uaw è tornato a trattare e ieri ha raggiunto una nuova ipotesi di accordo. Che, secondo le indiscrezioni, avrebbe alzato da 25 a 29 dollari l’ora la paga massima che verrebbe corrisposta ai nuovi assunti in modo da portali, nell’arco di otto anni, allo stesso livello di salario dei lavoratori più anziani. E’ questo aumento che in una nota Dennis Williams ha definito un «significativo miglioramento » rispetto alla precedente ipotesi di accordo. Questa mattina i 200 dirigenti del sindacato si riuniranno in una sala dell’hotel Marriott al Reinassence Center di Detroit e decideranno se davvero il nuovo testo è migliorativo del precedente. Ma non è il loro giudizio quello che conta davvero: due settimane fa i dirigenti avevano approvato anche il precedente accordo poi sonoramente bocciato dai loro iscritti. Entro la fine della prossima settimana infatti si terrà un nuovo referendum tra i 40.000 iscritti Uaw negli stabilimenti Chrysler. Se diranno sì, l’accordo diventerà operativo. Se prevalesse nuovamente il «no» si aprirebbe un serio problema di leadership nel sindacato, ormai rappresentato da un vertice che non gode del sostegno della base. Molto dipenderà dalla campagna elettorale che partirà nelle prossime ore sui social network. In occasione del precedente referendum i tweet contrari all’intesa erano prevalenti.
«Fateci votare gli accordi come accade in America» gridavano ieri sera i militanti della Fiom riuniti di fronte al museo Ferrari di Modena ad attendere John Elkann, Sergio Marchionne e il presidene del Consiglio Matteo Renzi. L’occasione era la cena della banca d’affari Bdt, club esclusivo per le famiglie più ricche d’Europa. La contestazione era rivolta ai vertici Fca accusati di discriminare nelle trattative i metalmeccanici della Cgil e a Renzi per le leggi sul lavoro e «l’asse tra governo e imprenditori».
Al termine della cena, la riunione si è trasferita da Modena a Maranello dove questa mattina si svolgeranno i lavori della conferenza. L’incontro si svolge nella sede del Cavallino nelle ore che potrebbero precedere l’annuncio del filing in vista della quotazione alla Borsa di Wall Street con le vendita del primo pacchetto del 10 per cento di Ferrari. Secondo indiscrezioni l’annuncio del prezzo (compreso tra 9 e 11 miliardi di euro) potrebbe arrivare questa sera a borse chiuse.
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