Strasburgo condanna l’Italia per violazione dei diritti umani

Strasburgo condanna l’Italia per violazione dei diritti umani

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Immigrazione. La Corte europea dei diritti dell’uomo condanna lo Stato italiano per le condizioni disumane in cui sono stati costretti tre ragazzi tunisini poi espulsi illegalmente da Lampedusa nel 2011. Una sentenza che secondo l’Arci non può non interferire sul vertice europeo sull’immigrazione che si terrà a metà settembre. Intanto l’Oim fornisce i nuovi dati di un dramma in continuo aggiornamento: dall’inizio dell’anno 351.314 persone hanno cercato di raggiungere l’Europa, almeno 2.643 sono morte. Nel conteggio non figurano i quattro migranti senza vita trovati ieri su un gommone al largo della Libia

Una goc­cia di giu­sti­zia in un mare di morte e dispe­ra­zione. Men­tre di ora in ora viene aggior­nata la conta dei vivi e dei morti che si avven­tu­rano nel tratto di mare più peri­co­loso del mondo — 351 mila per­sone dall’inizio dell’anno secondo l’Organizzazione inter­na­zio­nale per le migra­zioni (Oim) — l’Italia viene con­dan­nata dalla Corte euro­pea dei diritti dell’uomo di Stra­sburgo per vio­la­zione dei diritti umani. Si tratta di una sin­gola sto­ria che riguarda tre ragazzi tuni­sini e risale al 2011 ma è esem­plare per­ché sot­to­li­nea la disu­ma­nità di un trat­ta­mento che riguarda decine e decine di migliaia di esseri umani che in que­sti anni sono stati par­cheg­giati (reclusi) in strut­ture di acco­glienza che con­ti­nuano ad essere improv­vi­sate. Secondo la Corte di Stra­sburgo, la deten­zione e l’espulsione da Lam­pe­dusa dei tre migranti, fug­giti dalla Tuni­sia dopo le rivolte della “pri­ma­vera araba”, era ille­gale e in palese vio­la­zione della Con­ven­zione euro­pea dei diritti dell’uomo. L’Italia adesso dovrà ver­sare ai tre tuni­sini die­ci­mila euro a testa per “danni morali” e altre 9 mila e 300 per le spese legali.

Secondo i giu­dici, lo Stato ita­liano ha sot­to­po­sto i tre uomini a un trat­ta­mento degra­dante a causa delle penose con­di­zioni in cui si tro­vava il cen­tro di primo soc­corso di Con­trada Imbria­cola, a Lam­pe­dusa: sani­tari sprov­vi­sti di porte, sovraf­fol­la­mento, man­canza di acqua, mate­rassi per terra, divieto di con­tatti con l’esterno. Inol­tre, hanno con­dan­nato l’Italia per vio­la­zione dei diritto alla libertà e alla sicu­rezza poi­ché i tre tuni­sini sono stati dete­nuti senza che alcuna legge lo pre­ve­desse e senza essere stati infor­mati della pos­si­bi­lità di pre­sen­tare ricorso. La Corte, infine, ha sta­bi­lito che l’Italia ha vio­lato il divieto alle espul­sioni col­let­tive nel momento in cui ha rispe­dito i tre a Tunisi dopo averli impri­gio­nati su una nave attrac­cata nel porto di Palermo.

La sen­tenza non sem­bra desti­nata a “fare giu­ri­spru­denza” eppure, come si augura il segre­ta­rio gene­rale del Con­si­glio d’Europa Thor­b­jorn Jagland, si potrebbe comin­ciare da qui per sal­vare l’Europa da se stessa. “La crisi migra­to­ria rap­pre­senta una seria minac­cia al rispetto dei diritti umani in molte parti d’Europa — ha detto Jagland — e la sen­tenza di oggi ricorda a tutti i 47 mem­bri del Con­si­glio d’Europa che i richie­denti asilo e i migranti devono essere trat­tati come esseri umani, con gli stessi diritti di tutti e come garan­tito dalla Con­ven­zione euro­pea dei diritti umani”. Per l’Arci, che ha sup­por­tato l’azione legale dei tre tuni­sini, la sen­tenza crea un pre­ce­dente inte­res­sante in vista del ver­tice euro­peo di metà set­tem­bre. “Le isti­tu­zioni ita­liane ed euro­pee — si legge in una nota — dovranno tenerne conto nella discus­sione in corso e nei trat­ta­menti con­creti riser­vati ai migranti, ad esem­pio sulla pre­vi­sta deten­zione negli hot spot di cui si chiede con insi­stenza all’Italia di dotarsi. Hot spot e hub chiusi nel sud Ita­lia, dove i migranti ver­reb­bero trat­te­nuti in attesa dell’identificazione. Secondo Stra­sburgo que­sto trat­ta­mento sarebbe ille­gale, come ille­gali sono le con­di­zioni di degrado in cui ven­gono costretti a vivere i migranti nella mag­gior parte dei Cie e dei Cara”.

Del resto fino ad ora è que­sta l’accoglienza che l’Europa ha riser­vato alle 351.314 per­sone (fonte: Oim) che dal gen­naio 2015 hanno attra­ver­sato il Medi­ter­ra­neo: almeno dieci paesi, tra cui anche l’Italia, sono appena stati “richia­mati” dalla Com­mis­sione euro­pea per il man­cato rispetto delle regole sull’asilo e sull’identificazione dei migranti. “E’ l’ultimo avver­ti­mento prima dell’apertura di una pro­ce­dura di infra­zione”, ha spie­gato ieri un por­ta­voce Ue. Ma non è con i richiami e con i tempi dell’euro buro­cra­zia che si pos­sono affron­tare tra­ge­die di que­sta entità: nei primi otto mesi di quest’anno sono morte (almeno) 2.643 per­sone. Rispetto all’anno scorso sono arri­vati 132.314 migranti in più e solo nell’ultima set­ti­mana circa 20 mila per­sone hanno cer­cato di entrare in Europa. Gre­cia e Ita­lia sono i paesi più espo­sti: con rispet­ti­va­mente 235 mila e 115 mila esseri umani con­teg­giati. La maca­bra sta­ti­stica dice anche che ago­sto è stato il secondo mese con più morti (638), supe­rato solo da aprile con 1.265 cada­veri tra ripe­scati e scom­parsi in fondo al mare. Gli ultimi quat­tro, è cro­naca di ieri, ancora non rien­trano nelle sta­ti­sti­che uffi­ciali. Erano su un gom­mone a 50 miglia dalla coste libiche.



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