Restano umani, in ventimila e più sfilano a Vienna

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Ieri sono scesi in piazza a Vienna in circa 20mila, men­tre scri­viamo il cor­teo par­tito alle sette di sera sfila ancora, per chie­dere al governo e a tutto il paese di essere umani, per­sone, appunto Men­sch sein in Oester­reich come si chiama l’appello della mani­fe­sta­zione. «La situa­zione attuale è inso­ste­ni­bile, accet­tan­dola si diventa col­pe­voli», denunciano.

La mani­fe­sta­zione è stata con­vo­cata spon­ta­nea­mente 10 giorni fa da gente comune che non ha mai orga­niz­zato pro­te­ste, ma che ogni giorno pra­tica la soli­da­rietà con i rifu­giati con atti con­creti e quo­ti­diani, alle­stendo ser­vizi e aiuti di ogni genere, in sup­plenza delle isti­tu­zioni mostra­tesi fal­li­men­tari. «A noi non lascia indif­fe­rente che accanto alla nostra porta di casa ci sia gente che non ha suf­fi­ciente cibo, acqua, cure medi­che e un’assistenza ade­guata», si legge nell’appello, come accade invece al cen­tro di prima acco­glienza di Traiskirchen.

I pro­mo­tori infatti sono i tanti sin­goli soc­cor­ri­tori che si sono messi in rete, con sigle come hap­py­than­ky­ou­mo­re­please, will­kom­men men­sch, flue­ch­tlinge will­kom­men (rifu­giati benvenuti).

Hanno ade­rito alla mani­fe­sta­zione Ong e asso­cia­zioni come Sos Mit­men­sch, Volk­shilfe e Asyl in Not. Un appello di ade­sione e soste­gno dei più noti arti­sti ed intel­let­tuali del paese sot­to­li­nea: «Men­tre la poli­tica e la buro­cra­zia fal­li­scono, la società civile e le ini­zia­tive locali mostrano quella respon­sa­bi­lità, par­te­ci­pa­zione e empa­tia che man­cano alle auto­rità competenti».

Il cor­teo è par­tito dalla piazza Chri­stian Broda, vicino alla West­bah­n­hof, dove in que­ste ore stanno arri­vando cen­ti­naia di pro­fu­ghi da Buda­pest. (Chi è stato già regi­strato in Unghe­ria verrà rispe­dito là, dove lo aspet­tano deten­zione e mal­trat­ta­menti, la mini­stra degli interni Johanna Mikl Leit­ner anche oggi ha riba­dito la non sospen­sione di Dublino).

Il cor­teo ha per­corso la popo­losa Maria­hil­fer­strasse fino al Museum­squar­tier, davanti al monu­mento dedi­cato nel 2000 a Mar­kus Omo­fuma, il gio­vane afri­cano morto sof­fo­cato sull’aereo per il cerotto sulla bocca messo dalla poli­zia durante il volo di espul­sione da Vienna.

Alle sette è suo­nata la cam­pana prin­ci­pale del duomo Santo Ste­fano, la Pum­me­rin, insieme a tutte le chiese dell’Austria per ricor­dare i 71 morti tro­vati nel camion sull’autostrada. Ieri sono scesi in piazza comi­tati spon­ta­nei di cit­ta­dini anche in Alta Austria, a Linz, Wels e Steyr.

Ma quello di oggi è stato solo l’inizio.

In can­tiere ini­zia­tive di soli­dart, il nuovo coor­di­na­mento tra arti­sti e ong per tutto il mese, e una grande mani­fe­sta­zione il 3 otto­bre.


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