L’Italia a caccia della crescita trova un piccolo segnale di conforto nei dati diffusi ieri dall’Eurostat: il secondo trimestre dell’anno, secondo le stime dell’Istituto di statistica europeo, avanza dello 0,3 per cento «in media europea». Si tratta di un dato, rivisto al rialzo, che conferma l’ultima revisione al rialzo dell’Istat che segnava 0,3 dunque maggiore della prima anticipazione Istat di agosto quando ci si arrestò ad uno striminzito 0,2 per cento. Si confermerebbe così l’indicazione fornita dal ministro dell’Economia Padoan ad Ankara sabato scorso quando parlò di «possibile accelerazione» del Pil italiano.«L’orientamento e per una manovra sa 25miliardi – ha spiegato Renzi ai senatori Pd -Stiamo cercando di utilizzare al meglio gli spazi che derivano sia dalla revisione della spesa che dalla maggiore crescita e dalla flessibilità». Sullo sfondo c’è dunque la possibilità di un miglioramento del risultato finale visto che i dati diffusi fino ad oggi metterebbero al sicuro il risultato, indicato dal governo, dello 0,7 per cento. Questo dato è, per ora, più o meno confermato da Ocse, Ue e Fmi e con il prossimo Def, in arrivo per il 20 settembre, potrebbe anche avere una revisione al rialzo: c’è chi spera fino all’1 per cento peraltro già stimato dalla Confcommercio.
C’è tuttavia da fare i conti con la situazione internazionale: la contrazione del commercio globale, l’effetto-Cina, Russia e Brics oltre al taglio delle stime per Eurolandia effettuato dalla Bce che ha portato la crescita del Pil della zona euro da 1,5 a 1,4 per quest’anno. Draghi ha parlato di «passo più lento del previsto » nel secondo semestre e sulle previsioni pesano anche il possibile rialzo dei tassi Usa (si attende la riunione dellla Fed del 16-17 settembre) e la frenata del deprezzamento dell’euro. Alimentano qualche speranza i dati diffusi ieri da Eurostat sul Pil europeo del secondo trimestre che indicano una crescita dello 0,4 rispetto alle ultime stime dello 0,3 per cento ma in calo rispetto allo 0,5 del primo trimestre dell’anno. La Ue per il 2015 continua a dare comunque 1,5 per cento, non molto anche se si considera che è stato l’anno delle lunga trattativa sulla Grecia, delle sanzioni alla Russia e della tragica emergenza migranti. Ad alimentare l’ottimismo, registrato dalle Borse (ieri Francoforte e Milano con un +1,5% sono state le migliori d’Europa), anche il superindice Ocse di luglio anticpatore del ciclo che segnala Italia e Germania per un particolare dinamismo.
Migliora il dato tedesco (+0,4%) nel secondo trimestre del 2015, in aumento rispetto al primo (+0,3%). Crolla invece la Francia, con crescita zero (0%) tra aprile e giugno, ben al di sotto del +0,7% fatto segnare tra gennaio e marzo. E’ paradossalmente in rialzo, partendo da una base segnata da una drammatica e continuata recessione, la Grecia, dove il Pil passa dal +0,1% del primo trimestre al +0,9% del secondo trimestre.
L’economia «sta migliorando ma è ancora fragile e va irrobustita », dice il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, secondo cui il Paese non è più «nel culmine dei sette anni di recessione e si può intravvedere un leggero miglioramento». «Si intravede una via d’uscita alla recessione continua Baretta- l’economia cresce spontaneamente ma anche per effetto dei provvedimenti presi dal governo». Non esclude rialzi, la ministra dello Sviluppo Federica Guidi.
A pesare positivamente sull’economia italiana è stata soprattutto nella prima metà dell’anno la «terna» di effetti internazionali: il Qe di Mario Draghi che ha ridotto i tassi d’interesse e aumentato la liquidità; il deprezzamento dell’euro e la caduta del prezzo del petrolio. Nella seconda metà dell’anno, ad esempio, il deprezzamento dell’euro che da dicembre a luglio 2015 ha prerso il 10,5 per cento sul dollaro ha ricomciato ad apprezzarsi. Non estranei alla ripresina italiana anche il bonus da 80 euro per i lavoratori dipendenti e il bonus-Consulta una tantum per i pensionati erogato ad agosto che potrà far sentire il proprio effetto. Tra le misure alla studio anche la proroga dei bonus ristrutturazioni ed energia in scadenza a dicembre.