Petrolchimico killer a Priolo

by redazione | 10 Settembre 2015 13:51

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Erano a lavoro ieri mat­tina intorno alle 10.30 Sal­va­tore Piz­zolo e Michele Assente, rispet­ti­va­mente 37 e 33 anni: ope­rai della ditta Xifo­nia, effet­tua­vano la manu­ten­zione della rete fogna­ria oleosa nell’impianto di eti­lene della Ver­sa­lis, azienda del gruppo Eni, all’interno del polo petrol­chi­mico di Priolo Gar­gallo a Sira­cusa. Un inci­dente ha pro­vo­cato la morte di entrambi.

La pro­cura accer­terà la dina­mica, quello che per ora si sa è che gli ope­rai sta­vano svol­gendo ope­ra­zioni di ispe­zione con l’utilizzo di video­ca­mera e robot in un poz­zetto di pic­cole dimen­sioni, 40 cen­ti­me­tri per lato: per cause da accer­tare, forse per le esa­la­zioni di vapori di idro­car­buri, uno dei due sarebbe caduto nel poz­zetto, seguito dall’altro che avrebbe ten­tato inu­til­mente di afferrarlo.

I col­le­ghi e gli addetti alla sicu­rezza li hanno recu­pe­rati e hanno pro­vato a ria­ni­marli con un mas­sag­gio car­diaco, è arri­vata un’ambulanza dal vicino ospe­dale ma non c’è stato niente da fare. Michele Assente sarebbe pre­sto diven­tato padre.

I sin­da­cati con­fe­de­rali hanno pro­cla­mato per sta­mat­tina lo scio­pero gene­rale di otto ore, l’appuntamento è per le 6.30 davanti alla por­ti­ne­ria cen­trale del polo petrolchimico.

Secondo la Ver­sa­lis sarebbe da esclu­dere la pos­si­bi­lità di una caduta acci­den­tale dei due ope­rai all’interno del poz­zetto: «L’attività per la quale era stata inca­ri­cata la ditta esterna non pre­ve­deva per la sua ese­cu­zione l’ingresso al suo interno, come espli­ci­tato dal rela­tivo per­messo di lavoro, bensì l’ispezione rou­ti­na­ria dell’asta fogna­ria col­le­gata al poz­zetto, mediante uti­lizzo di appo­sita video­ca­mera e robot con­trol­lati dall’esterno».
La Ver­sa­lis aggiunge nella nota dif­fusa ieri che «al momento non è stata richie­sta né effet­tuata nes­suna inter­ru­zione delle atti­vità pro­dut­tive dello sta­bi­li­mento di Priolo».

Due anni fa nel petrol­chi­mico sira­cu­sano perse la vita il tren­tot­tenne Sal­va­tore Ganci: faceva il turno di notte e venne intos­si­cato da una fuo­riu­scita di gas da una con­dotta, pro­ba­bil­mente acido sol­fi­drico, men­tre lavo­rava nei pressi dell’impianto CR37 dell’Isab Nord. Allora i sin­da­cati denun­cia­rono «un grave sus­se­guirsi di inci­denti con cadenza gior­na­liera» più il dif­fon­dersi di una nube tos­sica che inve­stì le zone di Melilli e Priolo.
Da allora la situa­zione non è miglio­rata. Secondo la sena­trice del Pd Camilla Fab­bri, pre­si­dente della Com­mis­sione di inchie­sta sugli infor­tuni sul lavoro, «la catena degli appalti negli impianti indu­striali con­ti­nua a pre­sen­tare una siste­ma­tica vio­la­zione delle leggi in mate­ria di sicu­rezza, nono­stante da anni siano in vigore nor­ma­tive mirate. Senza veri­fi­che, sopral­luo­ghi e con­trolli nes­suna nor­ma­tiva potrà mai essere vera­mente effi­cace». L’Eni in un comu­ni­cato esprime «le più sen­tite con­do­glianze alle fami­glie coin­volte in que­sto tra­gico incidente».

Tonino Recano della Fiom sici­liana punta il dito sulle con­di­zioni di lavoro soprat­tutto per chi è impe­gnato nelle ditte dell’indotto: «Sono peg­gio­rate. Un ope­raio che entra col badge in raf­fi­ne­ria è abban­do­nato a se stesso, è sem­pre più com­pli­cato fare dei controlli».

Nel petrol­chi­mico di Priolo fino a quin­dici anni fa lavo­ra­vano 30mila ope­rai tra diretti e indotto su una super­fi­cie di 50 chi­lo­me­tri, assor­bendo mano­do­pera da Sira­cusa, Augu­sta, Melilli e la stessa Priolo. Oggi sono ridotti a 9mila: «Con la crisi c’è stato un abbas­sa­mento delle con­di­zioni di sicu­rezza – rac­conta Seba­stiano Cati­nella, segre­ta­rio gene­rale della Fiom di Sira­cusa — è dimi­nuita sia la manu­ten­zione ordi­na­ria che straor­di­na­ria con un costo in ter­mini di salute anche per la popo­la­zione dell’area cir­co­stante. Le ditte in appalto per ridurre i costi tagliano sulla sicu­rezza. Una volta la popo­la­zione accet­tava in modo tacito lo scam­bio tra salute e lavoro ma, adesso che i tagli al per­so­nale hanno abbas­sato la mano­do­pera a meno della metà, non accet­tano più que­sto ter­ri­bile scam­bio e si ribellano».

I segre­tari di Cgil, Cisl e Uil hanno chie­sto al pre­fetto Armando Gra­done la con­vo­ca­zione di un tavolo di emer­genza per la sicu­rezza alla pre­senza di tutte le aziende del polo: «Ancora una volta si tratta di una tra­ge­dia annun­ciata vista la con­ti­nua assenza di con­trolli nell’assegnazione degli appalti».

Secondo la Uil, som­mando tutti gli inci­denti sul lavoro avve­nuti in pochis­simo tempo, viene fuori una strage: «I numeri di morti sul lavoro sono in note­vole aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno».

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