Demirtas bloccato a Cizre. «È la nostra Kobane»
Sono 1.116 i combattenti del Pkk uccisi (920 feriti) dall’esercito turco dall’avvio della campagna anti-kurda lo scorso 24 luglio. A fornire la sconcertante notizia che bene coglie il livello di violenza che dilania il paese dopo il voto del 7 giugno scorso è la stampa locale. La grande attivista per la difesa dei diritti dei kurdi e parlamentare di Hdp, Leyla Zana, premio Sakharov per i diritti umani, ha iniziato lo sciopero della fame che proseguirà fino alla fine delle ostilità.
Trenta delle vittime (otto solo ieri nel distretto di Sirnak) vivevano della roccaforte del Partito democratico dei popoli (Hdp) di Cizre. Qui il partito di Demirtas ha ottenuto oltre il 90% dei voti alle parlamentari del 2015. La città è sotto l’assedio delle forze di sicurezza turche mentre è in vigore un coprifuoco permanente.
Una delegazione della sinistra filo-kurda che include il leader Salahettin Demirtas, i due ministri del governo ad interim e trenta parlamentari Hdp è stata bloccata alle porte di Cizre dalla polizia locale. Il ministro dell’Interno, Selami Altinok, ha assicurato che il provvedimento è stato preso per ragioni di sicurezza. Altinok era stato duramente contestato da Hdp in seguito agli assalti alle sedi del partito in tutto il paese. Anche Erdogan ha espresso la sua solidarietà al partito di Demirtas dopo gli attacchi di martedì e mercoledì. «Cizre è la nostra Kobane», ha detto Demirtas. Le scorte di cibo, acqua e medicine sarebbero quasi finite in città. «È come essere a Gaza», ha proseguito. «Siamo qui perché gli scontri finiscano e torni la pace», ha aggiunto il politico che più volte ha chiesto un cessate il fuoco bilaterale. Il leader di Hdp avvisa che il paese è ormai sulla strada della guerra civile. Demirtas ha ricevuto un avviso di garanzia con l’accusa di insulti al presidente e propaganda in favore di un’«organizzazione terroristica» (il Pkk).
Dopo i 31 tra militari e poliziotti uccisi nei giorni scorsi, un militare turco è morto ieri al confine con la Siria. La vittima si chiamava Gokhan Cakir. Anche un poliziotto turco, Aydin Nazillioglu, è rimasto ucciso e altri tre sono stati feriti in un attacco compiuto da combattenti del Pkk nella provincia di Tunceli.
Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk ha condannato gli attacchi del Pkk e ha espresso preoccupazione per le marce dei giorni scorsi verso la sede di Hurriyet e gli uffici di Hdp. «Avevamo accolto con soddisfazione l’annuncio del cessate il fuoco tra Ankara e il Pkk», ha ammesso Tusk invitando a fermare la violenza.
Centinaia di rifugiati kurdi siriani sono stati bloccati in Turchia ieri mattina, in seguito ad una nota del ministero dell’Interno, che vieta l’ingresso ai profughi in province non segnalate sulle loro carte di identità. E così centinaia di profughi sono stati rispediti a Istanbul per accertamenti.
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