Terza guerra mondiale. “Un’ipotesi reale l’attacco a Israele sarà l’innesco”

Terza guerra mondiale. “Un’ipotesi reale l’attacco a Israele sarà l’innesco”

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ROMA. «Dire che una terza guerra mondiale possa derivare dal terrorismo è una affermazione ridicola». Massimo Cacciari, il filosofo ex sindaco di Venezia, affronta la questione da un’altra angolatura. Aggiunge che la chiusura davanti ai flussi di migranti invocata da Salvini, è prima di tutto «irrealistica».
Cacciari, lei non condivide l’allarme del presidente Mattarella?
«Lo condivido nel senso che penso che stiamo vivendo su un vulcano. Ma sono le grandi potenze, ancorché integrate e interdipendenti – l’economia Usa e quella cinese ad esempio, la Russia che rivendica un suo ruolo imperiale e entra in conflitto con l’America – che possono scatenare conflitti di interessi. Crescono i pericoli e gli squilibri e nessuno può escludere che si arrivi a un punto in cui qualcuno può pensare che l’unica soluzione sia bellica ».
E il terrorismo che viene dal mondo musulmano?
«È il 10% del problema. Va detto che per l’Isis non è più possibile parlare di terrorismo, perché lì si tratta di uno Stato che conduce la guerra anche con armi terroristiche. Direi che prima di parlare di terrorismo, occorre che questo vada definito».
La democrazia occidentale racconta di società aperte. Ma la reazione di Salvini e dei populisti è chiedere di chiudersi.
«Sono utopie reazionarie. A Salvini prima ancora delle questioni morali è da contestare l’irrealismo totale della sua posizione. Una utopia regressiva. Nel mondo attuale è totalmente impossibile chiudersi, i flussi dei migranti sono inevitabili. Sono da governare certo. I discorsi di Salvini e della Le Pen si contraddicono solo con una strategia europea».
Nel giorno della decapitazione del capo archeologo di Palmira, la paura di un terrorismo islamico alle porte è ancora più forte?
«Siamo davanti a questioni di natura diversa. Il problema delle migrazioni è epocale e va affrontato con una politica di integrazione e accoglienza. Il terrorismo non c’entra nulla. C’è poi un movimento amplissimo di rivendicazione di maggiore autonomia forza e potenza da parte della totalità del mondo musulmano conseguenza di madornali errori commessi dall’Occidente. Ma ora sarebbe persino riduttivo limitarci a denunciare i nostri errori. Il mondo musulmano sta cercando di recuperare la colossale catastrofe subita tra Ottocento e Novecento. Un movimento di risarcimento. Revanscista, diremmo. Era nella natura delle cose che accadesse e sta avvenendo in modi diversi, perché i Fratelli musulmani non sono l’Isis».
Una guerra mondiale potrebbe derivare da questo?
«No. Potrebbe derivare solo da un attacco di alcune di queste potenze o di alcuni di questi movimenti a Israele e questo potrebbe scatenare un conflitto di proporzioni mondiali. Impossibile? Non è impossibile».


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