Soffocati nella stiva i morti saliti a 49 oggi in Sicilia i superstiti

by redazione | 17 Agosto 2015 8:08

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PALERMO . Tra immondizia e violenze, migliaia di migranti danno l’assalto a treni che dovrebbero portarli verso l’Unione Europea. Le drammatiche immagini si ripetono da settimane lungo i binari a Gevgelija, al confine con la Serbia. C’è chi tenta di salire dai finestrini, altri vengono schiacciati dalla calca davanti alle porte, altri ancora esausti e disperati si preparano a un’altra notte di attesa all’addiaccio: fino ad oggi sono stati 54mila quelli che dall’inizio dell’anno sono entrati nella Ue attraverso i Balcani, numero che potrebbe più che raddoppiare.
Ma la via principe resta il Mediterraneo, con i barconi diretti verso le coste greche e italiane, soprattutto. Nel giorno di ferragosto l’ultima tragedia nel canale di Sicilia, con 49 migranti morti soffocati dai fumi degli idrocarburi e dalla mancanza d’aria nella stiva di un barcone. Che l’imbarcazione si fosse già trasformata in una terribile bara galleggiante lo hanno capito subito i marinai della nave Cigala Fulgosi vedendo quelle ragazze inginocchiate che urlavano e piangevano con le braccia protese verso la stiva. L’odore di morte era inequivocabile. «Quello che abbiamo visto aprendo quella botola è stato terribile – racconta il comandante Massimo Tozzi – decine di corpi ammassati l’uno sull’altro immersi in acqua mischiata a combustibile e ad escrementi». Il drammatico bilancio delle vittime della traversata di ferragosto nel Canale di Sicilia si è andato aggravando man mano che i marinai italiani, dopo aver tratto in salvo 312 profughi tra cui 45 donne e 3 bambini, recuperavano i corpi: 49, tutti uomini, tutti giovani africani dell’area subsahariana, quelli che- come raccontato da un profugo siriano di un’altra tragedia, quella del 5 agosto, – «secondo i trafficanti possono resistere nella stiva fino a tre giorni perché sono più forti». In realtà sono quelli che pagano meno, quelli che non hanno i soldi per pagarsi un posto sul ponte e tantomeno un salvagente.
Erano le sette della mattina di ferragosto quando è arrivata la segnalazione di una imbarcazione da soccorrere a 22 miglia a nord dalla Libia. «Il motopesca era sovraccarico e cominciava ad imbarcare acqua – racconta ancora il comandante Tozzi – le condizioni del mare erano in miglioramento rispetto ai giorni precedenti e le operazioni di recupero dei migranti si sono svolte regolarmente. Sono stati loro a dirci che c’erano dei morti nella stiva».
Superstiti e salme, trasbordati nel corso della notte dalla nave della Marina ad una unità norvegese, la Siem Pilot, che partecipa alle operazioni di Frontex, sono attesi per questa mattina a Catania dove il sindaco Enzo Bianco ha gia proclamato il lutto cittadino per domani e dato disposizioni per dare una degna sepoltura alle salme.
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