ROMA. Un miliardo e 300 milioni per cominciare a lottare contro l’Italia che frana. Metà spendibili subito per iniziare a mettere in sicurezza le principali città, gli altri in arrivo a inizio 2016. Mentre un altro miliardo e 800 milioni potrà essere recuperato nel corso del prossimo anno da fondi già accantonati e non spesi. È la decisione annunciata ieri a Palazzo Chigi dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e dal coordinatore della task force Italiasicura Mauro Grassi. «Una notizia strepitosa e cruciale per il futuro del Paese», ha dichiarato il premier Matteo Renzi.
La cifra è significativa ma non risolutiva: l’ordine di grandezza dell’impegno necessario è decisamente superiore. Sommando le richieste che vengono dai piani idrogeologici di ogni regione si arriva a 2 miliardi di euro per 20 anni. Ma i numeri sono puramente indicativi perché manca un lavoro rigoroso di analisi. E perché la situazione continua a peggiorare: ai danni derivanti dalla continua espansione di cemento e asfalto, che rendono impermeabili 8 metri quadrati di terra al secondo, si aggiunge il cambiamento climatico che ha alterato il ciclo idrico scatenando le bombe d’acqua.
È un’analisi che gli scienziati vanno ripetendo da molti anni nell’indifferenza generale. Ma ora la memoria dei disastri non fa più in tempo a svanire. Restando all’ultimo mese l’elenco è impressionante: l’8 luglio la tromba d’aria che ha sconvolto la Riviera del Brenta, il primo agosto la bomba d’acqua che ha messo in ginocchio Firenze (35 millimetri di pioggia in 45 minuti), il 5 agosto la frana che ha ucciso tre persone in Cadore ( 40 millimetri di pioggia in un’ora).
Con il piano presentato ieri il governo annuncia una svolta. «Avevamo promesso di mettere al centro il dissesto idrogeologico e questo è un piano con risorse vere già spendibili», ha dichiarato il ministro dell’Ambiente. «Questo singolo intervento non risolverà certo il problema del dissesto idrogeologico in Italia: abbiamo davanti un lavoro che probabilmente durerà oltre la legislatura in corso. Ma è un buon inizio».
Il piano affronta le prime priorità: sono stati scelti i luoghi con il maggior rischio per la popolazione, tenendo presente il numero delle persone e lo stato di avanzamento dei cantieri. Gli interventi previsti sono 132. Il finanziamento maggiore va a Genova (323,5 milioni di euro) e Milano (122 miiloni) che insieme a Padova (93,3 milioni) raccolgono quasi la metà dei fondi. Tra le altre città interessate: Bari , Bologna, Cagliari, Catania, Firenze , Messina, Napoli, Olbia, Palermo, Padova, Parma, Roma, Torino e Venezia.
La decisione del governo è stata accolta da giudizi positivi e dall’annuncio del presidente della Regione Veneto Luca Zaia di un’approvazione a fine estate, da parte della Regione, del progetto di legge sul consumo zero di suolo. «L’accelerazione delle politiche per contrastare il dissesto impressa con l’istituzione della Struttura di missione presso Palazzo Chigi Italiasicura è una delle azioni più positive messe in campo del Governo Renzi: dobbiamo andar avanti in questa direzione», ha commentato il presidente della Commissione ambiente alla Camera Ermete Realacci.