LONDRA. La Gran Bretagna ha lanciato la sua caccia ai migranti irregolari, ma il vero problema ce l’ha la Francia, che non riesce a gestire alcune migliaia di disperati al confine di Calais. A Londra il governo Cameron ha proposto una legge che verrà varata (forse) nei prossimi mesi: permette ai proprietari di casa di sfrattare senza attendere l’ordine del giudice gli inquilini clandestini, e punisce anche con 5 anni di carcere i proprietari di abitazioni che li ospitano consapevolmente. Una misura dura ma nei fatti inutile, perché i migranti, quando arrivano si presentano quasi sempre alle autorità per chiedere asilo ed essere assistiti secondo le leggi del Regno. E al massimo si fanno ospitare dai parenti che li attendono. Il vero problema in queste ore per il governo è invece la fila di migliaia di camion che occupano le strade verso l’Eurotunnel e verso i porti per la Francia, rallentati in dagli scioperi dei traghettatori francesi. Un imbuto che sta bloccando i traffici commerciali, ma che in pochi giorni molte linee di trasporti hanno bypassato scegliendo altri punti di imbarco. Tutti problemi amplificati dalla stampa popolare e di destra e dai politici xenofobi. Ieri il Daily Telegraph ha pubblicato un ampio servizio su alcuni immigrati spediti a un centro di assistenza a Londra in taxi al prezzo di 140 sterline «a spese del contribuente». E mentre altri giornali invocano l’utilizzo dei gurkha, i soldati asiatici dell’esercito britannico, il lavoro più concreto lo sta facendo la ministra dell’Interno Theresa May col suo collega francese: rafforzare le recinzioni alla partenza di Calais, raddoppiare il personale e gli strumenti di sorveglianza. Chi non ha imbarazzo a denunziare il clima di allarmismo esagerato è il ministro dell’Immigrazione svedese Morgan Johansson, uno dei paesi in Europa che ha dimostrato non solo apertura, ma anche la massima capacità di gestire e integrare in maniera ordinata gli immigrati. La Svezia accetta 1200 migranti alla settimana, ha detto il ministro, e voi siete in crisi per poche centinaia in un mese, «dovete fare molto di più per gestire il fenomeno». E la Germania proprio ieri ha fatto sapere che nel 2014 ha toccato il record di quasi 11 milioni di residenti con un passato “migratorio”. Un problema collaterale, ma assai delicato, è il crescente clima di fastidio per gli stranieri. Partiti come l’Ukip e altri gruppi nazionalisti dopo aver fatto apertamente campagna contro polacchi e romeni adesso indicano tutti i “migranti” dell’Unione europea come pericolosi profittatori del welfare britannico. Nel frattempo si continua a morire per inseguire il sogno di una fuga dal proprio paese. Come è accaduto ieri a un giovane marocchino di 27 anni che ha tentato di entrare in Spagna chiuso in una valigia. Il ragazzo però è morto soffocato poco prima di arrivare sulla costa spagnola. L’allarme è stato lanciato dal fratello, arrestato dalla polizia.
Migranti,ora Cameron sceglie la linea dura ma è lite con la Francia
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