Londra, pugno duro sui migranti europei “Qui solo con un lavoro”

Londra, pugno duro sui migranti europei “Qui solo con un lavoro”

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LONDRA . Spiazzato dalle ultime cifre sui migranti giunti in Gran Bretagna, il governo Cameron corre ai ripari applicando un giro di vite ai permessi d’ingresso e alle concessioni di asilo politico. I dati pubblicati due giorni fa, che parlano di 300mila persone entrate nel Paese tra marzo 2014 e marzo 2015, molte di più delle 100mila previste dal premier inglese, spingono Downing Street ad alzare un muro di nuove regole contro l’immigrazione. Alcune di queste norme sono state annunciate ieri in una lettera scritta al Sunday Times dal ministro dell’Interno britannico, Theresa May, la quale ne ha anche approfittato per criticare aspramente Schengen, a suo avviso responsabile delle recenti stragi: «L’accordo che consente di muoversi liberamente nell’Unione europea è la causa della morte di centinaia di persone che scappano dalla Siria per finire nelle grinfie dei trafficanti di esseri umani, proprio per questo va abolito».
Quanto alle nuove restrizioni che intende adottare Londra, prima tra tutte c’è lo stop allo sbarco di europei alla ricerca di un posto di lavoro. A chi non avrà un contratto pronto al di qua della Manica non sarà più permesso di entrare nel Regno. «Di persone senza lavoro lo scorso anno dall’Ue ne sono arrivate 63mila, decisamente troppe», scrive sempre la May, che punta anche il dito contro tutti quegli europei che si trasferiscono in Gran Bretagna soltanto per approfittare degli assegni di disoccupazione o di aiuti alle famiglie. Il ministro mette in guardia perfino gli studenti internazionali che frequentano le università inglesi: «D’ora in poi, cominciate a considerare la vostra esperienza qui come “temporanea”».
Sempre la May, assieme ai suoi omologhi francese e tedesco, Bernard Cazeneuve e Thomas de Maizière, ha chiesto ieri alla presidenza lussemburghese di turno l’organizzazione di una riunione di emergenza dei ministri dell’Interno e della Giustizia dell’Ue per stabilire le strategie su come fronteggiare la crisi dei migranti, che è stata fissata per il 14 settembre. Londra, Parigi e Berlino vogliono anche che venga al più presto stilata una lista dei “Paesi d’origine sicuri” per completare il regime di asilo comune, proteggere i rifugiati e garantire il ritorno effettivo degli immigrati illegali nei luoghi di provenienza.
E sempre ieri, da Piazza San Pietro Papa Francesco ha rivolto un pressante monito per arginare concretamente la tragedia in corso. Dopo l’Angelus, il Santo padre ha chiesto con forza di fermare le stragi di migranti, che ha definito «crimini che offendono l’intera famiglia umana». Il Papa ha poi ricordato le morti di tanti profughi e in particolare le vittime ritrovate in un camion in Austria: «Purtroppo – ha detto – anche nei giorni scorsi numerosi migranti hanno perso la vita nei loro terribili viaggi. Per tutti questi prego e invito a pregare per le 71 vittime, tra cui 4 bambini, trovate in un camion sull’autostrada Budapest-Vienna». Intanto, la cronaca riferisce di un nuovo naufragio davanti alle coste libiche con almeno 7 cadaveri ritrovati sulle spiagge davanti a Khoms, un centinaio di chilometri a est di Tripoli.


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