Iran,scontro aperto tra Obama e Netanyahu “Basta interferenze”

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NEW YORK . Nel difendere l’accordo nucleare con l’Iran, definendolo «migliore di ogni alternativa », Barack Obama ha accusato il premier israeliano Benjamin Netanyahu di una interferenza «senza precedenti» nella politica interna americana. Tra i due leader non c’è mai stato buon sangue, a dispetto degli stretti legami militari e politici tra Washington e Gerusalemme. La Casa Bianca non aveva apprezzato la visita pre-elettorale di Netanyahu al Congresso, della quale non era stata neanche informata. Ma negli ultimi tempi i rapporti sono diventati ancor più tesi, ai limiti della rottura: come confermano i commenti di Obama in una intervista a Fareed Zakaria della Cnn .
Israele è unico paese al mondo a essere apertamente contrario all’accordo con Teheran. E ora conduce una campagna per sabotarlo, puntando sulla diffidenza dell’opinione pubblica americana e sulla maggioranza repubblicana al Congresso. Entro il 17 settembre i parlamentari Usa dovranno esprimersi sul dossier: un voto contrario impedirebbe alla Casa Bianca di togliere le sanzioni e manderebbe tutto all’aria, incrinando il fronte anti-Iran e aprendo scenari bellici. Obama ha minacciato di mettere il veto se dovessero prevalere i no: come è probabile, anzi quasi sicuro, vista la compattezza della destra e il “tradimento” di alcuni democratici, tra cui Chuck Schumer, potente senatore di New York. Ma anche il veto presidenziale potrebbe essere neutralizzato da una maggioranza dei due terzi del Congresso. Di qui l’offensiva della lobby filo-Israele, che ha speso milioni di dollari per una campagna di spot televisivi in 35 Stati in cui accusa di malafede l’Iran e solleva il fantasma di una corsa al nucleare in Medio Oriente. La controffensiva della Casa Bianca è partita la settimana scorsa con il discorso “kennediano” di Obama in cui ha parlato del rischio di guerra nel caso che l’accordo venisse respinto, è poi proseguita con la pubblicazione di una lettera a favore dell’accordo di 29 scienziati americani, tra cui sei Nobel. Ed è continuata con l’intervista concessa alla Cnn . «Nessuno mi ha presentato un’alternativa plausibile, al di là degli attacchi militari, per evitare che l’Iran acquisisca armi atomiche», ha detto Obama a Zakaria. «E siccome l’accordo è il modo migliore per scongiurare questo pericolo, lo ritengo buono non solo per gli Stati Uniti ma anche per Israele». Secondo il presidente, persino un attacco dell’Air Force sulle centrali di arricchimento iraniane, ipotizzato dai falchi pro-Israele, avrebbe meno risultati del negoziato concluso a Vienna . Sempre nell’intervista, Obama paragona i repubblicani anti- accordo agli estremisti iraniani, insiste sui rischi per «la credibilità degli Usa a livello internazionale », minimizza gli attacchi sarcastici del leader supremoKhamenei («è solo un uomo politico, non ho voglia di un duello su Twitter») e ipotizza che l’accordo, sul lungo periodo, possa portare a una convergenza tra l’Iran e l’Arabia Saudita.


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