“Fiero di quei soldi della Cisl parte li do in beneficenza”

“Fiero di quei soldi della Cisl parte li do in beneficenza”

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ROMA . Non si rassegna: «Sono orgoglioso della mia pensione». Rivela: «Una parte l’ho sempre devoluta in beneficenza». Accusa: «Non ci sto a essere messo nel mucchio con i ladri di polli». Gigi Bonfanti, 68 anni, segretario generale dei pensionati Cisl, è uno dei dirigenti finiti nel mirino per la lauta retribuzione: 225 mila euro l’anno lordi di cui 143 mila di pensione e il resto in indennità.
Bonfanti, le fischiano le orecchie in questi giorni?
«Sono amareggiato ma non ho proprio nulla da nascondere. Quello che ho me lo sono guadagnato. Ho lavorato una vita. Ho studiato da medico, uno dei primi a Parma a dedicarsi alla professione arrivando da una famiglia di operai. Ho attraversato gli anni Settanta quando un medico non poteva iscriversi al sindacato degli infermieri perché era considerato controparte, un padrone ».
Una gioventù piena di sogni. «Da bambino volevo guarire i ciliegi », diceva il medico di Lee Masters. Poi che cosa è successo?
«I miei sogni tutto sommato li ho realizzati. Ho incontrato Donat-Cattin, mi ha portato lui al ministero della sanità. Abbiamo preparato la legge sul servizio sanitario nazionale, la 833. Quando ho finito di lavorare ho avuto il trattamento previdenziale da medico, quello che che mispettava».
E sono 143 mila euro lordi. Una buona pensione, non le pare?
«Certamente sì. Non mi lamento e non me ne vergogno, sono orgoglioso di essermeli guadagnati».
A questi però se ne aggiungono altri 80 mila tra indennità varie..
«Devo spiegare. Come segretario generale guadagno un migliaio di euro netti al mese. Inoltre fino allo scorso dicembre ricevevo l’indennità come membro del Cnel, anche lì poco più di un migliaio di euro. Questi li ho sempre devoluti in beneficenza e continuo a farlo ancora oggi che sono uscito da quell’organismo per mia scelta».
Stanno per chiuderlo..
«Lasci perdere. Se uno punta i piedi finisce per rimanerci fino alla fine del prossimo anno. Io ho scelto di andare via prima».
Non trova esagerato che dirigenti sindacali guadagnino centinaia di migliaia di euro all’anno?
«Non mi va di essere accomunato ai ladri di polli. Non è scandaloso che io abbia una pensione commisurata alla mia attività professionale. Sono scandalose certe retribuzioni per dirigenti che non hanno mai fatto una trattativa o una professione in vita loro. Ma del resto, che cosa vuole? Il sindacato è lo specchio della società ed è fisiologico, purtroppo, che anche da noi ci sia chi ne approfitta ».
Perché finora nessuno aveva scoperchiato il pentolone dello scandalo?
«Penso che quel che sta accadendo sia frutto di una manovra contro la nuova segreteria di Anna Maria Furlan».
Ah, il complotto. La vendetta bonanniana contro i furlaniani?
«Mah, non so. Certo, la tempistica è un po’ sospetta».
E lei con chi sta?
«Per tradizione i pensionati sono governativi, nel senso che difficilmente noi entriamo in contrasto con il segretario generale. Del resto, se Bonanni era lì è perché lo aveva scelto l’organizzazione».
Savino Pezzotta dice di essersene andato perché non era d’accordo con Bonanni..
«Io c’ero e in quei giorni parlavo con tutti e due. Pezzotta se n’è andato perché è finito in minoranza».
Riassumendo: lei si porta a casa circa 170 mila euro lordi all’anno e, conscio di guadagnare già abbastanza, ne lascia una cinquantina in beneficenza. Che cosa penseranno gli iscritti al sindacato dei pensionati?
«Ah ma lo sanno tutti sa? E’ tutto chiaro da sempre. Io sono stato eletto segretario generale con il 95 per cento dei voti. E a settembre intendo convocare il Consiglio Generale dei pensionati per mettere tutto sul tavolo e chiedere che mi rinnovino la fiducia».


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