Buzzi e i due Pd di Roma “Sono come partiti diversi mai pagato così tanto”

by redazione | 6 Agosto 2015 10:09

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ROMA . Le assunzioni degli amici degli amici, le tangenti per ottenere gli appalti, i finanziamenti delle campagne elettorali. C’è il riassunto del sistema Buzzi nei due interrogatori fiume che il ras delle cooperative e socio di Carminati ha reso nel carcere di Cagliari davanti al suo avvocato Alessandro Diddi, al procuratore aggiunto Michele Prestipino e al pm Paolo Ielo. Accuse alla politica che già hanno scatenato una raffica di querele e smentite e riacceso le polemiche sulle infiltrazioni criminali nel governo della capitale: vicende che sono oggetto dell’attesa relazione di Alfano al Consiglio dei ministri sullo scioglimento del consiglio comunale che era prevista per domani e che ieri sera è stata rinviata asettembre. Le parole di Buzzi sono ora al vaglio dei magistrati e dei carabinieri del Ros. I dubbi non mancano: Salvatore Buzzi spesso non riesce a fornire elementi utili, non sa indicare date, nomi e dettagli di ciò che dice. Il sistema, però, lo descrive bene. Sa il fatto suo. Conosce i rivoli della politica, ha chiari ruoli e posizioni. Insomma, per dirla con le sue parole, sa bene «come mungere la mucca».
“NOI E I DEM”
Buzzi durante la giunta Alemanno ha fatto affari d’oro. Ma lui, presidente della Cooperativa 29 Giugno, nasce come uomo di sinistra. Il che gli garantisce contatti anche quando in Campidoglio e in Regione le cose cambiano. È lui stesso a spiegarlo ai magistrati. «Praticamente dottore, se no non ci capiamo, noi nasciamo come componente del Pd, la componente di Marroni, D’Alema, Marroni, loro invece… qui stiamo in un’altra componente, la componente Bettini e Zingaretti, sono come se fossero due partiti diversi ». Ma Buzzi non si perde d’animo. E inizia ad “oliare” il meccanismo nel modo che lui conosce. Cerca di avvicinare le persone che contano, si fa amici come sa. Sia in Regione, sia in Comune. «La giunta che fa Marino è una giunta veramente… non so come ha potuto fare una giunta così approssimativa, nel senso che se ci si fosse messo d’impegno non ci sarebbe riuscito. Parecchi assessori sono fuori posto. Non basta essere onesti. Perché se sei onesto non governi una città come Roma, se sei solo onesto. Praticamente Estella Marino, l’assessore all’ambiente del comune di Roma, e Estella Marino fa parte della componente vicina a Patanè, consiglio regionale».
“I SOLDI AL PD”
Inizia quindi il racconto della gara d’appalto Ama sul multimateriale. Spartizione tra le cooperative sulla base, nemmeno a dirlo, di rapporti politici. «Quando noi vincemmo la gara quei famosi 16 milioni di euro, unico concorrente, che diamo tutti quei soldi a Panzironi, io venni affrontato in più riprese in consiglio comunale da Coratti (Mirko, ex presidente del Consiglio comunale, ndr ). Coratti mi chiamò: “Ah, hai vinto tutti ‘sti soldi in Ama! Chissà quanti soldi hai dato a Panzironi!”. Gli ho fatto: “Ma chi gli ha dato niente a Panzironi, ero l’unico partecipante! “Ah, no, lì il consiglio di amministrazione di Ama è roba nostra, ci devi da’ i soldi a noi, tu li dai solo a Marroni. lo rimasi esterrefatto perché noi, lei non ci crederà, ma noi il Pd non l’abbiamo mai pagato in questa maniera, abbiamo sempre contribuito alle campagne elettorali con grande piacere, ma essere affrontati così in consiglio comunale non mi era mai capitato. E le spiego perché Coratti diceva questo. Coratti diceva questo perché il consiglio d’amministrazione minoranza di Ama era roba loro».
LE ASSUNZIONI A MINEO
Un altro capitolo delle rivelazioni di Buzzi riguarda il business dei migranti, in particolare nel centro per rifugiati di Mineo. «Castiglione (Giuseppe, sottosegretario alle Politiche agricole per l’Udc, ndr) aveva un ruolo di mediatore politico mettere insieme 9 comuni, destinare 400 assunzioni», spiega, riferendo informazioni che gli erano arrivate da Luca Odevaine.
«E poi c’è l’indotto, i migranti prendono 2,5 euro al giorno, ovviamente li spendevano sul territorio, avevano bisogno di passaggi per andare a Catania, c’erano tutti tassisti abusivi. Di quei 400 nessuno era assunto con curriculum eh…», dice Buzzi. Il pm lo incalza: E come venivano assunti? «Su indicazione dei sindaci, tutti i sindaci c’avevano segnalati amici e parenti ».
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