100mila sfollati nel Kur­di­stan turco

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Le safe-zone tur­che in ter­ri­to­rio siriano e gli attac­chi con­tro lo Stato isla­mico dalla base di Incir­lik con­ti­nuano a fomen­tare pole­mi­che tra Erdo­gan e l’amministrazione Obama.

Dopo l’accordo reso noto lo scorso luglio che ha dato il via al primo attacco della coa­li­zione anti-Isis dal Kur­di­stan turco e agli intensi bom­bar­da­menti di Ankara anti-Pkk (che avreb­bero pro­vo­cato fin qui oltre 700 morti tra civili e soste­ni­tori del par­tito di Oca­lan), Stati uniti e Tur­chia avreb­bero rag­giunto l’intesa qua­dro per la gestione del con­fine turco-siriano.

Eppure se il mini­stro degli Esteri turco, Mevlut Cavu­so­glu, ha con­fer­mato l’accordo, il dipar­ti­mento di Stato Usa per bocca del por­ta­voce, Josh Ear­nest, ha fatto sapere che i col­lo­qui sono ancora in corso.

L’amministrazione Obama aveva cri­ti­cato i con­ti­nui attac­chi tur­chi anti-Pkk, masche­rati da azioni con­tro Isis. Secondo gli Usa, sareb­bero in corso col­lo­qui per socia­liz­zare il piano con altri paesi, com­po­nenti della coa­li­zione anti-Isis, e per coin­vol­gere i ribelli siriani, adde­strati da Washing­ton, nelle ope­ra­zioni in Siria. Il Con­gresso Usa aveva appro­vato nelle scorse set­ti­mane un impe­gno raf­for­zato e la pos­si­bi­lità di bom­bar­dare i mili­tari di al-Assad in caso di attacco con­tro i ribelli, adde­strati da Washington.

In Tur­chia impaz­zano le trat­ta­tive per la for­ma­zione del governo ad inte­rim a guida Ahmet Davu­to­glu che dovrà tra­ghet­tare il paese verso le ele­zioni anti­ci­pate del pros­simo primo novembre.

Levent Tuzel, ex lea­der del par­tito del lavoro (Emep) e depu­tato del par­tito di sini­stra Hdp, ha rifiu­tato la pro­po­sta di entrare nel governo. «Quello che accade in Kur­di­stan è molto pre­oc­cu­pante», ha ammesso Tuzel. «Il governo di Akp sta met­tendo una trap­pola con­tro il movi­mento kurdo», ha aggiunto.

Il par­tito di Demir­tas aveva detto di voler far parte del nuovo ese­cu­tivo per con­trol­lare la legit­ti­mità della cam­pa­gna elet­to­rale. Lo scorso gio­vedì, Tugrul Tur­kes, depu­tato e figlio del fon­da­tore del par­tito nazio­na­li­sta Mhp, aveva annun­ciato la sua inten­zione di accet­tare l’offerta, spac­cando il par­tito. Mhp si è detto pronto ad espel­lere Turkes.

Non si fer­mano nep­pure gli scon­tri in tutto il paese. A Cizre, roc­ca­forte di Hdp, sono stati uccisi cin­que civili, tra cui due bam­bini; quat­tro sono i morti a Gever.

Sei soste­ni­tori del Pkk sono stati uccisi e quat­tro sol­dati tur­chi feriti in scon­tri avve­nuti nella pro­vin­cia sudo­rien­tale di Bitlis. A con­ferma che la guerra siriana si com­batte anche in Tur­chia, ieri ad Anta­kya è scam­pato a un atten­tato un coman­dante dell’Esercito libero siriano.

Tre per­sone sono rima­ste ferite a Istan­bul quando uomini armati di fucili auto­ma­tici hanno aperto il fuoco con­tro una sta­zione dei bus nel distretto di Bay­ram­pasa, nella parte euro­pea della città.

A Sil­van, un distretto della pro­vin­cia di Diyar­ba­k?r, dove la scorsa set­ti­mana è stato dichia­rato il copri­fuoco, circa 6 mila abi­tanti hanno lasciato le loro case.

Dall’inizio dei bom­bar­da­menti sono quasi cen­to­mila gli abi­tanti del Kur­di­stan turco costretti ad abban­do­nare le pro­prie abi­ta­zioni a causa delle misure di emer­genza decise dal governo di Ankara. Secondo la stampa kurda, sono oltre cento in 15 pro­vince della regione le aree dichia­rate «zone di sicu­rezza mili­tare tem­po­ra­nea» dopo la fine della tre­gua con il Pkk, in corso dal 2013. Anche i kema­li­sti di Chp hanno cri­ti­cato la mili­ta­riz­za­zione della regione bol­lan­dola come una ripro­po­si­zione della Ohal, la macro-regione del Sud-est turco gover­nata con una legi­sla­zione di emer­genza dal 1987 al 2002.

Infine, il com­bat­tente kurdo del Pjak, Beh­rouz Alkhani, 30 anni, insieme ad altri cin­que com­bat­tenti kurdi, è stato impic­cato dalle auto­rità iraniane.



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